Dubbi della Ragioneria di Stato sulla misura del Superbonus per le aziende, di cui si temono effetti rilevanti sulla finanza pubblica.
Frena in Parlamento la proposta del Superbonus per le aziende, tecnicamente detto credito d’imposta per l’acquisto dei beni strumentali per il Piano Transizione 4.0. Uno stop parzialmente inatteso, accolto gelidamente dal Movimento 5 stelle che, al contrario, aveva spinto sull’acceleratore per inserire la norma nel Decreto Sostegni. Difficili capire se lo stop porterà a un rallentamento della conversione del Dl. Fatto sta che i pentastellati annunciano battaglia, ponendo più di qualche dubbio sul voto di fiducia atteso in Senato. A suonare la carica per il M5s è il capogruppo a Palazzo Madama, Ettore Licheri.
E’ stata la Ragioneria dello Stato a tirare il freno a mano, parlando di “potenziali rilevanti effetti sulla finanza pubblica”. Dubbi relativi soprattutto ai crediti che, “come industria 4.0, prevedono una fruizione in quote annuali”. Il timore è che l’impatto sul deficit sarebbe anticipato al primo anno di utilizzo, e questo “indipendentemente dall’effettivo utilizzo in compensazione”. E la bocciatura arriva anche sul piano della fruizione nelle tipologie della cessione del credito e dello sconto in fattura sul Bonus mobili ed elettrodomestici.
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Il contraccolpo potrebbe non riguardare esclusivamente il voto di fiducia. Il timore sparso è che lo stop al Superbonus imprese crei fratture con le categorie interessate, già reticenti nell’accettare gli stanziamenti ritenuti esigui dei contributi a fondo perduto. Per Confagricoltura, ad esempio, si tratta di un segnale sconfortante, che pone un freno rispetto alla pianificazione a lungo termine per la ripresa del settore. E non è nemmeno tutto, dal momento che la Ragioneria ha espresso dubbi anche in relazione alle proroghe sine die sulle concessioni agli ambulanti.
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Un pacchetto di reticenze che rischia di trasferirsi anche al Superbonus del 110% per l’efficientamento energetico. Un eventuale frenata anche sulla mossa pensata come importante detrazione fiscale (e in fase di proroga) provocherebbe un piccolo terremoto anche sul piano della cessione del credito. Secondo i tecnici, potrebbe incidere una possibile riclassificazione dei crediti fiscali da parte di Eurostat. Nel qual caso, il contraccolpo finanziario potrebbe essere significativo. Tutta carne al fuoco per il voto di fiducia.