Nuova funzione in arrivo con WhatsApp, già disponibile in India e in Brasile. Inviare denaro sarà possibile ma l’aggiornamento della policy tiene ancora banco.
Dopo i registratori di cassa che diventano bancomat, ora le app di messaggistica si mettono a inviare denaro. E WhatsApp, su questo, non è voluto restare indietro. Chissà che non possa giocare un ruolo nell’ammorbidire i sospetti degli utenti sul fatidico aggiornamento. Di sicuro, la nuova funzionalità pronta a sbarcare sull’app di Facebook potrebbe far comodo a parecchie persone. Inviare (naturalmente anche ricevere) denaro ad amici e familiari: questa la nuova possibilità offerta da WhatsApp, per ora solo in due Paesi (Brasile e India) ma presto disponibile anche nel resto del mondo, Europa compresa. Con l’obiettivo, in futuro, di estendere il servizio anche alle attività commerciali.
L’obiettivo, secondo gli esperti del settore, è quello di esportare il servizio perlomeno in altri tre Paesi (Messico, Regno Unito e Spagna). Per il momento almeno. Chiaro che tutto dipenderà anche da come cambieranno, nel concreto, le disposizioni di WhatsApp a seguito dell’aggiornamento della policy sui dati degli utenti. Al netto di conferme e smentite, l’unico cambiamento sensibile sembra essere quello di comunicare le informazioni anche a Facebook, proprio allo scopo di favorire il contatto azienda-cliente. Un ulteriore indicatore sul rinnovamento dell’app in questa direzione.
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Con WhatsApp si di invia tutto: il nuovo servizio pronto a sbarcare in Europa
Del resto, non è una novità che l’aggiornamento sulla privacy stia provocando più di qualche malumore nella vasta piazza degli utenti WhatsApp. A febbraio, prima che la situazione degenerante imponesse un rinvio, migliaia di utenti avevano scelto la migrazione verso altri lidi. Telegram su tutti, tanto da costringere i programmatori ad adeguare il sistema per poterli accogliere tutti. Quello che molti non sanno, o conoscono poco, è quali siano effettivamente i dati che WhatsApp conosce di noi. E, di rimando, quelli che “rischiano” di venire a conoscenza di Facebook (che parecchi già li conosce).
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In sostanza, tutto quello che utilizziamo è noto al sistema. A partire dall’orario in cui il database è stato richiesto fino alla foto profilo, al nome (nostro e dei nostri contatti) fino all’indirizzo IP. Anche il sistema operativo dello smartphone è conosciuto, così come i gruppi ai quali siamo stati invitati, i termini di servizio e i contatti bloccati. In pratica, tutto tranne i messaggi veri e propri che restano sotto il controllo della privacy. Un bel novero di informazioni ma la sola iscrizione su un social o su un’app di questo tipo dovrebbe indurci a intuirlo.