Se si è vittime di truffe online la colpa è sempre e solo dei cittadini? Qualcosa cambia, con la decisione dell’ABF
Spesso gli hacker posseggono informazioni sul nostro conto, sanno di che banca siamo clienti o se siamo soliti ordinare merce online. Se non fosse così, comunque provano a farci “abboccare” con messaggi promozionali fittizi, di banche, negozi online o altre cose simili.
Tutti riceviamo messaggi più o meno sospetti. Alcuni sono credibilissimi, come quello della strana anomalia da parte di PostaInfo, ma in realtà alla posta non ne sanno niente e dobbiamo fare attenzione a non mandare i nostri dati. Ma chi riceve phishing, viene risarcito?
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Come procedere se si è vittime di truffe online
Fin ora chi perdeva soldi dal proprio conto per la bravura dei truffatori, non riceveva nulla anche dopo la denuncia. Spesso infatti, gli hacker, grazie ai nostri dati, riescono benissimo a svuotare il conto corrente, facendo perdere traccia di sé. Un esempio è quello dell’utente che per rispondere ad un falso link, ha perso ben 5.000 euro.
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Lo stesso Arbitro ha deciso che i clienti vittime di phishing hanno diritto a chiedere un risarcimento, rivolgendosi allo stesso ABF. Una pratica tra queste, dove i clienti hanno perso soldi a causa di comportamenti fraudolenti online, subiti da hacker, è quella seguita dall’avvocato Laila Perciballi, che così fa capire il perché della decisione: “Se ignoti autori sottraggono soldi dalle carte di credito o dal conto corrente attraverso furti di credenziali realizzate mediante l’invio di un SMS sull’utenza telefonica, la colpa non è più del cittadino”.