Uscire anticipatamente dal mondo del lavoro è possibile, ma non sempre risulta essere conveniente. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Il lavoro è indubbiamente importante, in quanto ci consente di ottenere una fonte di reddito grazie alla quale riuscire a soddisfare le varie esigenze quotidiane. Allo stesso tempo non si può negare che si riveli essere spesso una vera e propria fonte di stress, per via dei vari impegni e scadenze da rispettare. Proprio per questo motivo sono in tanti a non vedere l’ora di maturare i requisiti necessari per poter accedere finalmente alla pensione.
In tal senso, in effetti, continua a destare particolare interesse la tanto attesa riforma delle pensioni, che dovrebbe essere attuata nel giro dei prossimi mesi dall’attuale governo Draghi. Al fine di accedere alla pensione, infatti, è necessario essere in possesso di determinati requisiti, sia dal punto di vista anagrafico che contributivo. Ma non solo, in alcuni casi è possibile uscire dal mondo del lavoro prima del previsto. Una possibilità che interessa ovviamente in molti, ma che risulta essere conveniente solo per pochi. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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In attesa di scoprire quali novità introdurrà il governo con la prossima riforma delle pensioni, interesserà sapere che uscire in anticipo dal mondo del lavoro non conviene, purtroppo, a tutti. A trarne beneficio, infatti, sono solo coloro che riescono a guadagnare di più. Al contrario, chi guadagna meno rischia di dover aspettare qualche anno in più. Ma per quale motivo?
A tal fine bisogna ricordare che la riforma Dini, entrata in vigore il 1° gennaio del 1996, ha portato con sé il passaggio dal regime retributivo a quello contributivo, con inevitabili ripercussioni sulle modalità di calcolo delle pensioni. In particolare, ad essere premiati, sono i cosiddetti “contributivi puri“, ovvero i soggetti con un’anzianità lavorativa successiva al 1° gennaio 1996, che percepiscano dei guadagni particolarmente alti. In questo caso, infatti, è possibile andare in pensione con ben tre anni di anticipo.
Grazie a degli stipendi medio alti, infatti, i lavoratori interessati riescono a garantirsi una pensione non più bassa di 2,8 volte dell’importo mensile dell’assegno sociale. Proprio quest’ultimo, infatti, è uno dei requisiti richiesti per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Soffermandosi sul 2021, pertanto, possono usufruire della pensione anticipata coloro che possono ottenere un trattamento non inferiore a 1.288,78 euro.
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Se tutto questo non bastasse, il regime contributivo sembra penalizzare coloro che guadagnano meno. Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, infatti, per accedere alla pensione di vecchiaia, all’età di 67 anni, deve aver maturato 20 anni di contributi e una pensione non più bassa di 1,5 volte l’assegno sociale. Per il 2021, quindi, questo valore è pari a 690,42 euro. Nel caso in cui non si riesca a soddisfare tale requisito, sopraggiunge l’opzione contributiva della pensione di vecchiaia, che permette di andare in pensione a 71 anni.