Sempre più spesso capita di imbattersi in quelle che sono vere e proprie regole di marketing che nascono per confonderci.
Quello che sospettavamo, che ipotizzavamo leggendo notizie di qua e di la, o ascoltando le informazioni riportate dall’amico o dal parente conoscitore di certe tecniche è in realtà tutto vero. La nostra spesa? Salvo piccole eccezioni è lo stesso supermercato a farla. E’ lui ad indicarci i prodotti da acquistare, è lui a dirci come muoverci, è lui a consigliarci cosa è meglio acquistare oggi e cosa è meglio acquistare domani, tutto sempre e solo lui.
Studi specifici hanno evidenziato il fatto, ad esempio, che i clienti di un supermercato tendono a preferire le corsie centrali piuttosto che quelle periferiche. Non è un caso, quindi che le aziende che gestiscono supermercati tendono ad allestire stand con i prodotti sui quali c’è maggiore profitto proprio nelle corsie centrali. Prodotti invece a più scarso margine di guadagno, saranno a quel punto esposti nelle zone perimetrali delle aree del supermercato.
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Esempio principe è quello illustrato in precedenza, lo studio dei comportamenti dei clienti stessi di un supermercati all’interno della struttura. L’atteggiamento di chi compra, come si muove, in che modo orienta il suo percorso, quanto tende a spendere e tanto altro ancora. Il marketing, approfondisce determinati spunti di riflessione e mette in pratica azioni che determinano, in un certo senso, una sorta di induzione all’acquisto. Il cliente, insomma è di fatto plagiato.
Chiaramente, questo non vuol dire che il supermercato rifila al cliente i prodotti peggiori o chissà cos’altro, il discorso è puramente incentrato sul profitto, sul vantaggio di far scegliere ai propri clienti, soltanto quei prodotti che assicurano margini di profitto più alti.
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Realisticamente il concetto è molto semplice, sono loro ad orientare i nostri acquisti, noi scegliamo, si, questo è vero, ma sempre in base a ciò che loro dispongono. Il profitto guida ogni cosa, anche le nostre preferenze, in un certo senso.