Il Consiglio di Stato è di recente intervenuto sulla vicenda delle bollette a 28 giorni che non sembra essersi ancora conclusa. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
A partire dall’alimentazione, passando per l’abbigliamento, fino ad arrivare alle varie spese quotidiane, sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere mano al portafoglio. Se tutto questo non bastasse, la recente crisi economica provocata dal Covid ha contribuito a peggiorare ulteriormente la situazione. Molte, infatti, sono le famiglie alle prese con serie difficoltà nella gestione del budget famigliare, per via delle minori entrate dovute alla chiusura di molte attività.
Proprio per questo motivo sono molte le persone che decidono di prestare una maggior attenzione al mondo del risparmio, cercando ad esempio di ridurre i costi che vanno ad incidere sulle bollette. Proprio quest’ultime sono finite qualche tempo fa al centro dell’attenzione per via di una pratica degli operatori telefonici che non è passata di certo inosservata, ovvero l’addebito delle bollette con una cadenza di 28 giorni. Una vicenda che ha di recente visto intervenire anche il Consiglio di Stato, grazie ad un’apposita sentenza. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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Bollette, interviene il Consiglio di Stato: respinto il ricorso delle compagnie telefoniche
Dopo le opportune indagini, l’Antitrust ha deciso, nel gennaio del 2020, di sanzionare per una cifra complessiva di 228 milioni di euro Fastweb, TIM, Vodafone e Wind Tre per aver fatto cartello e addebitato bollette con una cadenza di 28 giorni. Una pratica grazie alla quale è possibile ottenere 13 mensilità, anziché 12, e che ha coinvolto 12 milioni di utenti.
Una vicenda che continua ancora oggi a destare interesse, con il Consiglio di Stato che ha di recente respinto il ricorso avanzato da Wind Tre, con la richiesta di revocare la sentenza n.1368 del 2020. Grazie a quest’ultima, ricordiamo, lo stesso Consiglio di Stato aveva provveduto a respingere l’appello contro la decisione del Tar del Lazio di non annullare la delibera n. 497 del 2017 dell’Agcom. Se tutto questo non bastasse, il Consiglio di Stato ha anche condannato l’azienda ad un risarcimento a favore del Codacons e dell’associazione degli Utenti per i Diritti Telefonici per un valore di 10 mila euro.
Le dichiarazioni del presidente del Codacons
Sull’argomento è intervenuto anche il presidente del Codacons Carlo Rienzi. A tal proposito, infatti, ha fatto sapere che “Si tratta dell’ennesima sentenza che conferma l’obbligo in capo alle compagnie telefoniche di risarcire con circa 350 milioni di euro 12 milioni di utenti della telefonia danneggiati dalla pratica illegale delle bollette a 28 giorni“.
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Per poi aggiungere: “Ora l’Agcom deve intervenire per sanzionare nuovamente il mancato rispetto delle disposizioni da parte delle società, e se tutti i clienti coinvolti nella vicenda non saranno rimborsati in modo automatico, avvieremo le dovute procedure di pignoramento presso le sedi dei gestori telefonici“.