Il presidente Tridico illustra il piano per l’anno che verrà: rinnovamento per l’assegno e anche nell’ottica delle pensioni per i lavori usuranti.
C’è ancora strada da qui al 2022 e già pensare all’anno in corso è abbastanza complicato. L’Inps, tuttavia, inizia a proiettarsi anche all’anno che verrà, annunciando ufficiosamente qualche possibile novità. A darne conto è il presidente Pasquale Tridico, che parla di una proposta volta a dividere l’assegno pensionistico in due quote, in altrettanti tempi di riscossione. Non solo una divisione nel tempo ma anche nella sostanza, visto che la prima sarebbe di natura contributiva, mentre la seconda di tipo retributivo.
Un’altra variabile che si inserisce nella discussione sul futuro dei trattamenti pensionistici. A breve, infatti, l’Italia uscirà dai dettami di Quota 100 e il nuovo assetto delle pensioni anima da mesi il dibattito politico. Detto della possibilità di tamponare con una soluzione stile Quota 102, appare quasi certo che il superamento della tipologia pensionistica fortemente voluta dalla Lega all’epoca del Conte I avverrà in seno ai lavori usuranti. Di fatto, l’unica reale novità sui trattamenti è attesa in questo contesto.
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Se ne parlerà probabilmente con l’arrivo dei fondi europei del Recovery. Nel frattempo, il presidente dell’Inps prova a tenere alta l’attenzione, aggiungendo al fuoco anche il pezzo di carne della divisione. Due quote si diceva, e con riscossione in tempi diversi. In buona sostanza, si andrebbe a percepire un anticipo della quota contributiva della pensione raggiunti i 62 o 63 anni con 20 di contributi, mentre la retributiva scatterebbe a 67 anni. Prevista, sempre secondo Tridico, anche una riduzione degli anni di contribuzione, di un anno per ogni figlio e uno ogni 10 anni di contributi. Quest’ultima opzione valida però esclusivamente per i lavori usuranti.
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Previsto anche un altro restyling, almeno nelle intenzioni. Il presidente dell’Inps insiste proprio sul fronte dei lavoratori fragili e di coloro che svolgono lavori usuranti. Per questo tipo di pensioni si pensa a un rinnovamento, nell’ottica dei contributi (ricalcolo con requisiti più bassi), dell’aspettativa di vita e del coefficiente per la pensione minima, perlomeno al 2,5 dall’attuale 2,8. Sarà necessario, secondo Tridico, rafforzare l’Ape sociale (proroga per ora fino a fine 2021) ed estensione del contratto di espansione, valida per le aziende con meno di 250 lavoratori.