Accanto al tema della patrimoniale, subentra anche il discorso del ripristino dell’Imu sulla prima casa. Una pulce nell’orecchio degli italiani.
E’ un nome nell’aria da parecchio tempo. Se ne parla alla stregua di uno spauracchio, di uno spettro, ma comunque abbastanza prossimo da preoccupare in modo sensibile. Chissà se i prossimi mesi porteranno novità reali sul piano fiscale. Di sicuro, la questione Imu resta fra le più impellenti e rientra a pieno diritto nel più ampio dibattito sulla possibilità di introduzione di nuove tasse. Questa, in realtà, sarebbe un ritorno. Ma non è questo il discorso. A spaventare gli italiani è la possibilità di avere a che fare con un ulteriore esborso. Il che, in tempi di crisi, non va mai sottovalutato.
La flessibilità concessa dall’Europa darà una mano a tamponare l’emorragia di denaro. Resta il fatto che è dalle tassazioni che, come sempre, si trarrà la linfa per andare avanti. Questo è quello che si teme e che, storia alla mano, puntualmente si verifica. Sul tavolo di Palazzo Chigi c’è un progetto di riforme ed è questo a mettere la pulce nell’orecchio agli italiani. L’Imu prima casa ritorna a cadenza più o meno regolare a solleticare i timori dei contribuenti, dopo che la Legge n. 102/2013 l’aveva messa in un angolo. Stesso discorso per la patrimoniale.
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Se ne parla da tempo e, del resto, anche i trascorsi dell’attuale premier all’Eurotower, come guida della Banca centrale europea, hanno lasciato intendere una politica più stringente in termini di tassazione. Ed è proprio all’Europa che si ascrive una parte del rischio di vedere nuovamente applicate determinate imposte. Questo perché, soprattutto in virtù del pressing di enti come il Fondo monetario internazionale e Bankitalia, il rispetto di alcune linee d’azione sembra necessario al fin di garantire una strategia improntata al dopo-Covid. Il punto, come a suo tempo fece presente il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, è che la riproposizione della tassa andrebbe a rimpinguare le casse dello Stato di quelle risorse necessarie per ridare slancio all’economia nazionale.
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Fondo monetario internazionale e Ocse non hanno mai nascosto il loro parere favorevole. Queste ultime soprattutto in merito alla reintroduzione della patrimoniale sui contribuenti più agiati. Un discorso di sostenibilità del debito pubblico che arriva anche dalla Banca d’Italia: riequilibrare i conti per avere maggiori introiti. In sostanza una strategia che non sarebbe di certo nuova ma che di nuovo porterebbe qualcosa: l’applicazione di un’aliquota risicata alle famiglie a basso reddito. Qui il concetto è quello dell’equiparazione. Un diktat dei tempi di pandemia.