E’ durata lo spazio di una giornata. Ora la Super League rischia di costare caro a chi più ci aveva creduto. Anche Agnelli si è arreso. Per ora.
Alla fine perfino la Brexit c’è finita dentro. Tanto che il premier britannico, Boris Johnson, si è ritrovato a dover chiarire che il processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea non c’entra nulla con la retromarcia dei club inglesi. Il flop della Super League è maturato nella notte, esattamente come la bomba che aveva lanciato. Come un castello di carte che viene giù, inesorabile, troppo fragile per restare in piedi e resistere a più di un alito di vento. Quello che ha preso la forma delle dichiarazioni dell’Uefa, della Fifa, di allenatori e giocatori interessati. Spauracchi di un terremoto, sufficienti comunque al dietrofront.
Florentino Perez e Andrea Agnelli restano convinti della bontà del progetto. Chissà, forse la Super League, nonostante il flop, può essere davvero l’occasione per riflettere su un calcio cambiato troppo in fretta per pensare con debito conto alle conseguenze. L’obiettivo era chiaro: creare un’élite del calcio con lo scopo di “salvarlo”, magari ripianando i conti e allontanando le ipotesi di crack dei maggiori club europei che, per contrappasso, sono anche quelli coi conti più in rosso. Il progetto è fallito ancora prima di vedere la luce. Se mai fosse stato davvero necessario, il concetto lo hanno ribadito i tifosi: il calcio è della gente ed è grazie alla gente che è sempre andato avanti.
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Flop Super League, terremoto in Borsa per la Juve: cosa succede con Agnelli
Un piatto freddo e preconfezionato non lo voleva nessuno, nemmeno i calciatori del club dei Dodici. Anche la netta presa di posizione di alcuni club (come il Bayern Monaco, il Psg e anche la Roma), arrivata prima che scoppiasse il patatrac, ha contribuito a sgonfiare l’impalcatura, scopertasi improvvisamente coi piedi d’argilla. Il resto lo hanno fatto i tifosi, quelli del Chelsea in primis, che hanno caldamente invitato le società che contribuiscono a rendere quello che sono a ripensarci. Ora, anche se i vertici promettono che la frenata è solo temporanea, sembra arrivato il momento di fare qualche conto.
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A rischiare il caos, ora, sembrerebbe proprio uno dei fautori della Super League. Il flop non ha giovato alla Juventus, che dall’andamento in calo riscontrato in Borsa (ieri giù di 4 centesimi a 87) potrebbe passare a un vero e proprio terremoto. Se i listini dovessero seguire l’andamento di due giorni fa, schizzati dopo l’annuncio del torneo, potrebbero ora fare la stessa cosa in senso opposto, registrando un possibile tonfo addirittura attorno ad area 11,50%. Un mare in tempesta che, al netto di tutte le smentite, potrebbe mettere in discussione addirittura il futuro di Agnelli alla guida dei bianconeri. Il quale, un passo indietro lo aveva fatto già dall’Eca, di cui era presidente. E indietro sarà difficile tornare.