Il Green Pass regionale è quasi pronto. Triplice funzione e obbligatorietà se si viaggia per zone rosse o arancioni. Occhio a non falsificare i dati: si rischia grosso.
Meno di cinque giorni alle riaperture e governo al lavoro per arrivare pronto all’appuntamento. Detto della possibilità di ricominciare a circolare liberamente fra i territori “in giallo”, l’esecutivo sta disponendo il pass regionale per consentire di muoversi anche da e per aree di differente colore, in base al grado di rischio territoriale. Anzi, un Green Pass per l’esattezza, il Certificato verde, con triplice funzione e utile a giustificare lo spostamento che non sia motivato dalle ragioni canoniche (lavoro, salute e necessità).
In sostanza, qualora si vorrà raggiungere un’altra regione per andare a trovare un parente, lo si potrà fare tranquillamente. A patto che si tratti di zone gialle o bianche. Qualora dovessero palesarsi necessità di recarsi in zone rosse o arancioni, ecco spuntare non più l’autocertificazione, ma la certificazione senza “auto”. Niente più che un certificato cartaceo, oppure digitale, per dimostrare di essere in possesso dei requisiti ritenuti fondamentali per giustificare lo spostamento. Una sorta di compendio della nostra storiografia recente relativa al coronavirus, che consentirà di muoversi anche verso le aree a maggior rischio.
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Il Green Pass, sostanzialmente, funzionerà come sostitutivo di una ipotetica cartella clinica legata alla pandemia. Il certificato, infatti, dovrà dimostrare che il possessore sia già vaccinato contro il Covid-19, oppure risultato negativo a un tampone (rapido o molecolare) nelle 48 ore precedenti) o, come terza opzione, l’aver contratto il virus ed essere guarito. Una triplice funzione quindi, che di fatto ricalca quella del Green Pass europeo, anch’esso in fase di rodaggio, pensato per agevolare la mobilità fra i vari Paesi che dovrà avvenire nei mesi estivi.
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Chiaro che, nel caso in cui si debba effettuare uno spostamento nelle aree più a rischio, il Certificato verde sarà obbligatorio. Qualora si opti per il formato digitale, si dovrà passare per la Piattaforma Nazionale DGC. Da qui sarà possibile emettere e validare i Green Pass. Andranno forniti, nel caso si sia già stati vaccinati, un certificato comprovante l’avvenuta somministrazione, con indicato il numero di dosi fatte e previste (validità 6 mesi). La certificazione di effettuato tampone con esito negativo, con validità 48 ore. Oppure il certificato di avvenuta guarigione, a carico della struttura presso la quale è avvenuto il ricovero o dal medico di medicina generale per i non ricoverati. Attenzione a non scherzare con il Pass: una dichiarazione falsa potrebbe costare carissimo, con pene aumentate di un terzo e comprese fra i 6 mesi e i 6 anni di reclusoine.