Lavoro: l’attività disposta a pagare anche solo per effettuare colloqui

Per far fronte alla carenza di personale un gestore di un nota attività ha deciso di affidarsi ai colloqui di lavoro retribuiti. Ecco quanto è disposto a pagare

Colloqui di lavoro retribuiti
Fonte Pixabay

Il periodo storico arduo dovrebbe già di per sé invogliare le persone a cercare lavoro e a presentarsi ai colloqui. A quanto pare non sempre è così. Ci sono delle attività che nonostante la crisi vengono prese scarsamente in considerazione.

Un caso emblematico in tal senso è quello di un gestore di un McDonald’s americano. Pur di trovare nuovo personale in vista delle prossime riaperture, è disposto a pagare le persone che decidono di svolgere un colloquio lavorativo. Una controtendenza bizzarra dovuta alle pressioni del direttore generale che gli avrebbe detto di fare qualunque cosa per mantenere aperto il drive-in situato in Florida.

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Colloqui di lavoro retribuiti: quanto si può guadagnare

Per questo lo store della nota catena di fast food ha annunciato di essere intenzionato a pagare 50 dollari (al cambio circa 40 euro) le persone che decidono di presentarsi per un incontro conoscitivo. L’altro grande paradosso di questa vicenda è che la lauta offerta (ci si potrebbe furbescamente presentare e poi rifiutare) non ha praticamente smosso nessuno.

I motivi sono molteplici di cui uno non imputabile all’azienda. A causa della crisi pandemica molte persone negli Stati Uniti percepiscono delle indennità di disoccupazione piuttosto importanti. Motivo per cui preferiscono rimanere a casa piuttosto che lavorare.

In alcuni casi, addirittura ci guadagnano, basti pensare che il salario minimo in Florida è di 7 dollari all’ora, mentre quello offerto dal McDonald’s è leggermente più alto e si aggira intorno ai 12 dollari. Negli Usa molte aziende hanno deciso di elevare la retribuzione oraria a 15 dollari. Chi si accontenta di cifre più basse solitamente preferisce lavori a chiamata o comunque più flessibili.

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Una situazione che per certi versi si è verificata anche in Italia lo scorso anno. Anche se i sussidi non sono stati così esosi come quelli americani. L’altra concausa di questa enorme difficoltà nel reperire il personale sta nelle troppe ore lavorative richieste e soprattutto nella paura di un dover lavorare a contatto con il pubblico ed essere esposti al contagio. Anche questo aspetta genera perplessità. Oltreoceano infatti la campagna vaccinale sta andando piuttosto bene.

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