Furbetti del Cashback, una storia senza fine: cosa hanno fatto stavolta

I furbetti del Cashback continuano ad imperversare recando danni economici ingenti agli esercenti. Scopriamo quale trucchetto hanno inscenato in questo caso

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Fonte Pixabay

Il fenomeno dei furbetti del Cashback è ormai ampiamente risaputo in tutta Italia. Nonostante i maggiori controlli e gli avvisi da parte degli organi preposti, continuano a registrarsi episodi di questo tipo.

A loro vantaggio c’è che queste azioni sono a tutti gli effetti legali. A lungo andare però rischiano di creare seri danni ai commercianti costretti alle volte a pagare commissioni maggiori a quanto incassato. In pratica i “furbetti” frazionano un unico acquisto attraverso più transazioni, in modo da scalare la classifica e rientrare nei primi 100mila posti utili ad ottenere il Super Cashback da 1500 euro. 

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Furbetti del Cashback: l’ultimo spiacevole episodio

Dall’inizio dell’anno sono stati diversi gli avvenimenti di questo tipo, in particolar modo quelli relativi ai distributori di benzina, bersagli preferiti dei soggetti in questione. L’ultimo in ordine di tempo è avvenuto a Mortara comune della provincia di Pavia, dove un individuo ha effettuato un rifornimento di 60 centesimi con 6 transazioni da 10 centesimi. 

Il gestore una volta venuto a conoscenza del fatto ha espresso tutto il suo rammarico, visto che si è ritrovato a rimetterci in virtù di commissioni più elevate dell’incasso. Il problema di fondo è che non esiste un importo minimo di spesa per partecipare al Super Cashback. Ogni genere di pagamento viene inserito nel proprio storico dell’app IO ed è valido a tutti gli effetti.

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Un difetto di fondo che non è stato ben ponderato da chi ha ideato questo strumento utile per combattere l’evasione fiscale. Se non si prendono delle valide contromisure si rischia seriamente di avvantaggiare i consumatori e danneggiare chi gestisce determinate attività.

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