Pronto lo scostamento di bilancio da 40 miliardi e il deficit sale: si rischia quasi il 12%. Male anche altri Paesi europei ma l’Italia è l’unica delle economie maggiori.
L’ok al nuovo scostamento di bilancio è già arrivato, gli altri 40 miliardi che raggiungeranno i lavoratori italiani lo faranno prossimamente. Numeri che muovono le casse dello Stato e che auspicano di muovere anche quelle degli italiani, nella speranza che la nuova tranche di aiuti sia sufficiente a portare autonomi e imprese perlomeno fino alla nuova fase di riaperture. Nel frattempo, però, a muoversi è anche il deficit del nostro Paese, che si avvia all’estate con in dote percentuali da film horror. E lo scostamento di bilancio che darà vita al Decreto Aprile darà il suo apporto in questo senso.
Il Pil scende dell’8,9% e, con lo scostamento, il deficit rischia di toccare livelli del 1991, portandosi all’11,8% del Prodotto interno lordo. Stime abbastanza verosimili considerando il momento storico, non certo migliore rispetto agli inizi degli anni Novanta. Numeri che sarebbero da imputare, nella loro crescita repentina, proprio alle misure di sostegno varate prima con il Ristori, poi con il Sostegni nell’ambito delle ultime due legislature. Chiaro, ma lo è altrettanto il fatto che si sia trattato di misure inevitabili per consentire quantomeno un indennizzo di sopravvivenza a chi si è visto costretto a chiudere (in alcuni casi per sempre) la propria attività.
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Deficit alle stelle, l’Italia sprofonda: rapporto debito-Pil come nel 1920
Nel frattempo, gli indici continuano a muoversi. La stima effettuata sul deficit si basa in gran parte sul rimbalzo del Pil (eventuale) del 4,5% durante l’anno. Stando alle stesse previsioni, comunque, si dovrebbe proseguire con piccole percentuali di crescita da qui ai prossimi tre anni: +2,6% nel 2022 e un altro +1,8% nel 2024. Tassi quasi inediti nel decennio 2010-2020 ma quanto può offrire uno scenario dai contorni decisamente incerti come quello che stiamo vivendo. Molto, infatti, dipenderà anche dai vaccini. Altro argomento che offre per ora più incognite che garanzie.
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L’Italia è comunque in buona compagnia, anche se è quella che fa peggio fra le principali economie europee. A esclusione del Regno Unito, che scivola a -9,9% con il suo Pil. Ma, come risaputo, Londra si è ormai sganciata dai dettami di Bruxelles e dentro quelli dell’Eurozona non c’è mai stata. In fondo alla classifica, quindi, restano solo Spagna (-11%), Grecia (-10%) e Malta (-9%). Le prime due costrette, attorno ai Duemiladieci, ad affrontare imponenti crisi economiche. Soprattutto Atene, che rischiò di restare stritolata nell’ingranaggio della recessione e dell’austerity. Per restare all’Italia, il debito pubblico sale a 2.643,8 miliardi di euro a febbraio, con rapporto Pil a 159,8%. Un quadro da dopoguerra. Il primo.