Anche le casalinghe vanno in pensione, grazie al Fondo ad hoc istituito dall’Inps e che apre a importanti possibilità. Previ contributi ovviamente.
Se la domanda dovesse essere se esiste o meno, la risposta è sì: anche le casalinghe (o i casalinghi) possono andare in pensione, arrivando a ottenere un piccolo riconoscimento per il loro ruolo svolto, per scelta o per necessità, all’interno delle mura domestiche. Accade così che, almeno in parte, si fornisca uno strumento di riconoscimento all’attività svolta all’interno della propria abitazione come lavoro a tutti gli effetti. Un percorso che, in realtà, è tutt’altro che alla prima tappa visto che da tempo si è al lavoro per consentire a questa particolare categoria un riconoscimento lavorativo effettivo.
In questo caso, la misura è una pensione vera e propria, anche se non fa parte di quelle erogate dall’Ago. Piuttosto, prende la forma di una prestazione previdenziale che necessita di contributi volontari in un fondo ad hoc (il Fondo casalinghe), che l’Inps ha istituito ormai nel 1997. In sostanza, si tratta di un cumulativo creato allo scopo di fornire, una volta raggiunta una determinata età, un riconoscimento a quanto fatto fin lì. A patto di rientrare in determinati (e determinanti) requisiti.
LEGGI ANCHE >>> Bonus casalinghe e mamme disoccupate: la grande opportunità da non perdere
Casalinghe, un fondo-garanzia:
L’iscrizione al Fondo casalinghe è naturalmente essenziale. Occorrerà, poi, che a farla siano donne o uomini di età compresa tra 16 e 65 anni che abbiano svolto lavoro in famiglia non retribuito, non godano di una pensione diretta né prestino lavoro dipendente o autonomo, nemmeno part-time. Si tratta di un versamento annuale, peraltro non obbligatorio anche se si è iscritti al Fondo. Comunque utile poiché, annualmente, l’importo complessivo per ottenere una copertura per tutti i 12 mesi arriva circa a 330 euro. In pratica, per ottenere un mese di contributi, sarà necessario versare all’incirca 26 euro cadauno.
LEGGI ANCHE >>> Bonus casalinghe: la beffa del Decreto che nessuno vi spiega
Chiaro che più si versa, più si cresce in montante. Anche in questo senso c’è libertà: il contributo versato è facoltativo e “libero” nell’importo. Anzi, se per qualche anno si vuole, si potrà tranquillamente non versare nulla, ritrovandosi però poi con contributi inferiori rispetto agli anni. Grazie al Fondo casalinghe, vengono concesse due tipologie di pensioni: quella di inabilità e quella di vecchiaia. Due condizioni diverse: per la prima occorreranno almeno cinque anni di contributi e l’impossibilità a svolgere funzioni lavorative. La seconda prevede i 57 anni di età e 60 mesi di contributi. Un solo cavillo: sarà necessario un importo maturato pari o superiore all’assegno sociale Inps, a 1,2 volte per la precisione. In caso contrario, bisognerà aspettare altri 8 anni…