Un’asta da oltre 600 mila euro per una cartuccia dell’86 mai utilizzata. Una cifra che polverizza il precedente primato. Super Mario non si smentisce.
Difficile che qualcuno non abbia mai giocato, almeno una volta, a uno degli innumerevoli videogiochi con protagonista il mitico Super Mario. O quantomeno che abbia visto giocarci qualcun altro. Uno di quei personaggi che, pur non essendo magari un appassionato, chiunque conosce e di immediata associazione all’infanzia di un paio di generazioni. Oggi è difficile distinguerlo nel mare magnum dei videogiochi in realtà aumentata (sì, è aumentato pure lui) ma fino a qualche decennio fa c’era un accostamento che faceva pendant anche all’orecchio: Super Mario Bros e Nintendo.
L’uno ha fatto la fortuna dell’altro. E oggi, quel binomio fatto di pomeriggi e ore di divertimento per schiere di bambini e ragazzi, viene legittimato da un’asta che mette in chiaro le cose. Di videogiochi costosi ne avevamo già parlato e anche quelli di Mario, perlomeno i primissimi, rientravano di buon diritto nel novero dei più preziosi. Una vecchia cartuccia del 1986, però, ha fatto sobbalzare tutti nel momento in cui il banditore ha battuto il martelletto.
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Super Mario fa il record… di soldi: asta da oltre 600 mila euro
Nientemeno che 660 mila euro, tutti in fila. Ovvero, superato di quattro volte il record precedente. Quasi impensabile, di questi tempi, che qualcuno decida di sborsare una somma simile per un videogioco. Fatto sta che un collezionista appassionato a tal punto si trova sempre prima o poi, e la versione di Super Mario per la Nintendo Entertainment System (Nes) ha fruttato una cifra astronomica. Questo significa che il suo proprietario, che a quanto pare quella cartuccia se l’era persino dimenticata, è diventato un uomo ricco in men che non si dica.
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Frantumato il record del novembre scorso, con un cartuccia del 1990 venduta a 156 mila euro. E pensare che alcuni videogiochi valgono persino di più. Basti pensare ad Action Comics 1, battuto all’asta per oltre 3 milioni di dollari. La rarità fa molto in questi casi, ma contano anche la conservazione e la “storia” del videogioco. Alcuni, infatti, valgono così tanto perché usciti in pochissime copie o perché rimasti per poco tempo in commercio. Altri perché (come in questo caso) sono sopravvissuti senza mai essere stati usati. Ingredienti attraenti per chi è guidato dalla passione (e che ha i soldi per permettersela naturalmente).