Con l’algoritmo anti-evasori, più controllo fiscale e più soldi in cassa

Una sperimentazione riuscita da parte del comune di Bologna. Un algoritmo che rimpingua le casse attraverso la lotta all’evasione. 

Algoritmo
Foto: Web

E’ tutta questione di algoritmi oggigiorno e non solo sul web. Ci si calcolano gli andamenti dei siti, i trend della rete, in alcuni casi ci si valuta addirittura il personale da inserire (o meno) in azienda. Solo gli esperti ci capiscono davvero qualcosa ma il termine stesso è entrato di diritto nel linguaggio colloquiale, anche per chi è a digiuno di informatica. Declinato a contesti in cui magari non sempre c’entra davvero qualcosa ma, comunque, colloquialmente utilizzato per indicare una forza meccanica che va al di là delle informazioni semplici. Restando a questo, l’algoritmo serve davvero a tutto. Anche agli enti maggiori (come l’Agenzia delle Entrate) per monitorare elenchi e contratti.

E il cosiddetto “uso qualitativo” dei dati, a Bologna produce effetti insospettabili, anche per le menti più fervide o, semplicemente, per quelle più lungimiranti fra i sentieri dei bit. La svolta è arrivata nel 2020, quando la sperimentazione di un algoritmo specifico del piano fiscale ha consentito al governo territoriale di sviluppare un controllo più accurato delle pratiche di evasione, attivando sia un’attività di monitoraggio che di riscossione coattiva, attraverso la società Municipia.

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Con l’algoritmo anti-evasori il comune di Bologna amplia le casse

Controllo sì, ma cassa pure: dai 134,8 milioni del 2016 ai 415,7 milioni del 2020. Il che ha significato, per il comune bolognese, una riduzione del debito comunale estremamente sensibile, quasi dimezzato dai 156,3 milioni pre-algoritmo agli attuali 82,2 milioni. A illustrare il funzionamento del nuovo strumento di controllo è l’assessore al Bilancio del Comune, Davide Conte, secondo il quale l’algoritmo consente di individuare almeno il 10% dei contribuenti evasori, specie per quanto riguarda la Tari. In questo modo, si riduce anche l’aggravio sui contribuenti in regola (il restante 90%).

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A ogni modo, non si tratta di una misura spot. Negli ultimi anni, soprattutto durante l’ultima amministrazione, il Comune ha notevolmente implementato l’apporto tecnologico alla gestione degli archivi. Riuscendo in tal modo a creare i presupposti giusti per lo sviluppo di strumentazioni ad hoc. Una mossa che, algoritmo alla mano, ha consentito di incrementare le disponibilità di cassa senza operare tagli ma, semplicemente, recuperando terreno sulla platea contributiva fiscale. Semplice da dire, meno da realizzare.

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