Il Fisco è pronto a chiedere i soldi indietro. L’Agenzia delle Entrate, infatti, si appresta a effettuare dei controlli serrati per scovare coloro che hanno percepito indebitamente i contributi a fondo perduto. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
È passato ormai più di un anno da quando il Covid è entrato prepotentemente nelle nostre vite, portandoci a cambiare molte nostre abitudini. Al fine di contrastarne la diffusione, infatti, ci viene richiesto di prestare attenzione a vari accorgimenti, come ad esempio l’utilizzo delle mascherine e il distanziamento sociale. Ma non solo, il governo ha deciso di optare per varie chiusure, con molte attività che si ritrovano purtroppo a dover fare i conti con un netto calo del fatturato. Un momento storico particolarmente complicato, che richiede l’intervento del governo attraverso misure ad hoc, volte ad offrire un aiuto alle categorie maggiormente colpite dalla crisi in corso.
Proprio in questo ambito si inseriscono i vari contributi erogati nel corso degli ultimi mesi, così come previsto dal Decreto Rilancio prima e dal Decreto Sostegni poi. Aiuti economici giunti nelle tasche di molti contribuenti, che hanno provveduto a farne apposita richiesta. A differenza di quanto si possa pensare, però, non tutti i beneficiari ne hanno effettivamente diritto. In tal senso si inseriscono i controlli serrati del Fisco, pronto ad intervenire per chiedere i soldi indietro. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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Agenzia delle entrate, controlli serrati contro i furbetti: nel mirino chi ha incassato contributi a fondo perduto
Anche in un momento particolarmente difficile come quello attuale, a causa del Covid, la macchina amministrativa continua a lavorare a pieno ritmo. In particolare, a destare l’interesse del Fisco, sono i beneficiari, senza averne diritto, dei contributi a fondo perduto, così come previsto dal Decreto Rilancio e dal Decreto Sostegni.
Una situazione che sembra interessare in molti e che vedi il Fisco pronto a chiedere i soldi indietro a chi ha beneficiato di tale misure indebitamente. I contribuenti interessati, è bene sapere, hanno sempre la facoltà di potersi autodenunciare e rimborsare le somme con il ravvedimento. In caso contrario sarà il Fisco ad intervenire e procedere con il relativo recupero.
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A tal proposito si ricorda che la richiesta può essere notificata entro il 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello del relativo utilizzo. Questo vuol dire che per quanto riguarda la restituzione dei contributi previsti dal decreto Rilancio, l’Agenzia delle Entrate può farne richiesta entro il 31 dicembre 2028. C’è tempo fino al 31 dicembre 2029, invece, per i contributi erogati in seguito all’approvazione del Decreto Sostegni.