Per scaricare le spese in sede di dichiarazione vige la regola della tracciabilità. In questo senso, la detrazione fiscale richiede attestazioni precise.
Non è solo un atto dovuto per informare lo Stato delle nostre entrate, la dichiarazione dei redditi. Attraverso le sue varie forme (che cambiano a seconda di chi sia e di quale professione svolga il dichiarante), contribuisce infatti a farci ottenere quello che comunemente definiamo lo “scarico” delle spese. Non tutte, certo, ma farlo con alcune può essere possibile, ottenendo importanti rimborsi. Anche questi ultimi, nel corso degli anni, hanno subito variazioni, ampliando la lista delle spese detraibili al momento di effettuare la dichiarazione dei redditi. Anche per questo è necessario tracciare delle linee guida che permettano di capire in modo definitivo quando e come si può procedere con l’agognata detrazione.
Come prima cosa, è necessario ricordare che le detrazioni saranno accessibili attraverso pagamenti tracciabili ritenuti validi, avvenuti naturalmente nell’anno di riferimento. Basti considerare l’esempio di un bene utile al welfare domestico (come un elettrodomestico) acquistato con un bonus ad hoc. In questo caso, il metodo di pagamento risulta essenziale, in quanto l’acquisto tramite finanziamento rateizzato, ad esempio, non sarà considerato valido per godere della detrazione Irpef. Inutile dire che, in questo senso, anche l’uso del contante resta fuori.
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Bonifici, carte di credito e anche di debito. Tutto, purché sia tranquillamente tracciabile (e tracciato). Questo è il requisito d’angolo per l’accesso alla detrazione in sede di dichiarazione dei redditi. Nel primo caso, il parco di possibilità è piuttosto ampio: si va dai bonifici bancari a quelli postali, a patto che la ricevuta della transazione sia esibita al momento di richiedere la detrazione. Più articolato il metodo se si sceglie il pagamento con carta, in quanto sarà poi necessario avere con sé il relativo documento che attesta l’addebito su conto corrente. In sostanza, qualora si intenda procedere con la richiesta, bisognerà conservare scontrini fiscali e altra documentazione che possa dimostrare le avvenute transazioni.
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Una possibilità arriva anche dalle prepagate. A riferirlo è la stessa Agenzia delle Entrate, che ne parla nell’interpello 247 dello scorso anno, in cui specificava come, nel caso in oggetto, vada attestata l’avvenuta transazione ai sensi dell’articolo 23 del D.Lgs 241/1997. Via libera anche per quanto riguarda i versamenti, sia bancari che postali, eseguiti su conto. In questo caso, anche il semplice bollettino postale verrà considerato come attestante dell’avvenuto pagamento e, quindi, possibile veicolo per una detrazione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.