Anche se le maggiorazioni verranno applicate a seconda dei casi, l’assegno unico potrebbe costare diversi soldi in termini di addizionali.
Mancano praticamente solo i decreti attuativi. Dall’1 luglio, l’assegno unico familiare diventerà effettivo e il tempo per mettere a punto tutti i dettagli inizia a stringere. Un percorso tutt’altro che semplice, se non altro perché si rischia di contravvenire al dettame che sta animando le discussioni in seno al governo. Di certo, finora, è che serviranno i decreti per far sì che il provvedimento entri definitivamente in vigore. La logica è quella dell’equiparazione: consentire a tutti i potenziali beneficiari di usufruirne senza distinzioni.
Lo stanziamento complessivo (inclusa l’ultima Legge di Bilancio) è pari a 20 miliardi. L’obiettivo è infilarci tutte le variabili possibili per riuscire a creare un provvedimento in grado di abbracciare ogni categoria. In quanto ai numeri, il valore dovrebbe essere grossomodo definito: 250 euro al mese, con possibili maggiorazioni. Ma col rischio concreto che le addizionali Irpef, alla fine, possano essere pagate.
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Assegno unico, effetto boomerang: il ruolo delle addizionali
Il problema è abbastanza semplice. Qualora si procedesse sulla strada della rimozione delle detrazioni per i figli a carico, le addizionali Irpef tornerebbero a essere pagate. I nuclei familiari più numerosi, specie se a reddito basso, possono infatti evitare il pagamento diretto dell’addizionale in virtù delle detrazioni previste per i figli a carico. In questo caso, con l’assegno unico si riterrebbero già elargite e, per questo, rimosse dal ruolo di detrazione delle addizionali. In sostanza, con il novero dei 20 miliardi si dovrà riuscire a compensare le uscite direzione Irpef, che in questo modo tornerebbero a essere previste.
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Il rischio è che si scivoli proprio su questo punto. Al momento, sono numerose le famiglie con un reddito complessivo che oscilla fra i 14 mila e i 20 mila euro. Qualora non si riuscisse a effettuare l’auspicata compensazione, la penalizzazione sarebbe automatica e prenderebbe forma in qualche centinaio di euro all’anno. Basti pensare che, secondo quanto riferito da Il Messaggero, un lavoratore dipendente con tre figli a carico andrebbe a pagare più di 500 euro agli enti locali (Regione e Comune) in addizionali. Ovvero, altri 3 mila euro circa di Irpef durante l’anno. Difficile che i 250 euro dell’assegno compiano il miracolo.