Un massiccio attacco hacker, messo in atto due anni fa contro Facebook, starebbe ancora sortendo i suoi effetti. Un caso che ricorda da vicino Cambridge Analytica.
Un attacco hacker di proporzioni spaventose, in grado di “abbracciare” addirittura più di 100 Paesi in tutto il mondo. Lo ha rivelato Facebook, a lungo re dei social network, un catino che conta oltre 500 milioni di internauti sparsi in ogni parte del globo. Un’idea che ha preso forma, diventando di fatto una delle aziende top a livello internazionale ma che, da qualche anno, sembra aver passato il suo periodo di primavera. Lo shock del caso Cambridge Analytica pare non sia stato ancora superato del tutto. Specie perché, ancora una volta, la creatura di Mark Zuckerberg sembra aver evidenziato qualche deficit in fatto di sicurezza.
L’azienda avrebbe infatti rivelato di aver subito un pesante attacco hacker, capace di trafugare milioni di dati e, in alcuni casi, di metterli in chiaro su alcuni forum. Dati provenienti da oltre 32 milioni di profili solo negli Usa. In Italia le stime sarebbero persino maggiori: 36 milioni di profili, contro gli 11 milioni del Regno Unito e i 6 milioni dell’India. Numeri impressionanti per un attacco che sarebbe stato messo in atto addirittura nel mese di febbraio. L’ufficialità diramata da Facebook non migliora la situazione. Né per l’immediato né per il futuro.
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Della situazione si stanno occupando le migliori agenzia di cyber intelligence, fra le quali la Hudson Rock. Un attacco massiccio quello di cui si sta parlando, che avrebbe messo alla mercé dei pirati informatici dati sensibili quali indirizzi mail, numeri di telefono, dati anagrafici, password e perfino localizzazione. Pane per i ladri d’identità, un grattacapo da capogiro per i responsabili della sicurezza di Facebook. Fra i profili hackerati ci sarebbe addirittura quello del fondatore del social, Mark Zuckerberg. In totale, sarebbero 533 milioni in 106 Paesi.
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Non bene, anzi, malissimo. Il problema è che l’attacco hacker, pur messo in atto due anni fa, non ha finito di sortire i suoi effetti. E i dati trafugati, sarebbero ancora in chiaro su alcuni canali. Facebook, da parte sua, ha fatto sapere che il problema è stato risolto e che ora i dati degli utenti sono al sicuro. Il punto è che, dopo il patatrac di Cambridge Analytica, Facebook non sembra essere mai riuscito a tornare ai primordiali standard di sicurezza. Un dossier su cui riflettere parecchio ma, soprattutto, in merito al quale vanno prese controffensive immediate. Ne va della sicurezza di tutti.