Compensi agli attori, costi delle riprese, direttori e sceneggiatori: una fiction comprende un elenco lunghissimo di uscite. Ma se il prodotto funziona il rientro è assicurato.
Una passione tutta italiana quella delle fiction, delle miniserie e dei telefilm. Alcuni hanno davvero fatto la storia e non solo i titoli stranieri durati una vita (Beautiful, piuttosto che Sentieri o Topazio). Anche le serie italiane dicono la loro: da Don Matteo a Il Maresciallo Rocca, fino a Che Dio ci aiuti, Il commissario Montalbano, Un medico in famiglia o Centovetrine. Appuntamenti praticamente fissi, arrivati a mettere insieme stagioni su stagioni, mantenendo quasi sempre gli stessi standard d’ascolti. Per questo, quasi come accade per i grandi divi del cinema internazionale, viene spesso da chiedersi quali cifre si portino a casa quei volti così familiari.
A tentare di rispondere al quesito ci ha provato il mensile Tivù, che nel lontano 2007 ha cercato di stilare una sorta di graduatoria degli attori più pagati in relazione alla serie tv che portano avanti da protagonisti. In questo senso, non stupiva più di tanto il primo posto: secondo la rivista, infatti, in cima alla lista all’epoca c’era proprio il commissario Montalbano, ovvero l’attore Luca Zingaretti, protagonista assoluto di una delle serie più amate dagli italiani e che avrebbe guadagnato ben 400 mila euro a puntata. Stupiva di più, invece, il fanalino di coda: qui troviamo infatti l’amatissimo don Matteo, ovvero Terence Hill, con i suoi 60 mila a puntata.
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Una cosa si può dire: dal 2007 a oggi non è che sia cambiato molto, perlomeno in termini di conti e di costi. La produzione di una fiction, infatti, non richiede solo i compensi attoriali, che variano in proporzione alla loro celebrità. Alla base del progetto, vi è il coinvolgimento di una lista lunghissima di professionalità, ognuna che apporta il proprio contributo per far sì che il prodotto non solo funzioni ma che, innanzitutto, veda la luce. Certo, una volta consolidato il format e raggiunto il successo sperato, andare avanti di stagione in stagione viene quasi naturale. Basti vedere proprio Don Matteo, che ha ormai superato il ventesimo anno di produzione, seppure non consecutivamente.
In buona parte, i costi vengono abbattuti proprio dalle repliche, ovvero il 30% dei ricavi circa. Inoltre, anche la vendibilità all’estero gioca il suo bel ruolo nel guadagno complessivo di una fiction e sul rientro delle spese di produzione. Le quali, come si diceva, comprendono un elenco piuttosto lungo di voci, che vanno in base alle competenze, ai ruoli e alla professionalità apportata. Il capo del reparto editoriale, ad esempio, percepisce una retribuzione da dipendente di un’azienda televisiva, quindi in base ad anzianità ed esperienza. In media, comunque, fra i 40 mila e i 60 mila euro lordi all’anno.
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Per quanto riguarda gli sceneggiatori, il compenso va su uno stock di episodi: su una serie di dieci, ad esempio, possono incassare anche 200-250 mila euro. Per la stesura di un episodio di 50 minuti il compenso può oscillare anche fino a 30 mila euro. In pratica, c’è da pregare che il prodotto funzioni. In caso affermativo, il rientro è assicurato.