Sono molteplici i fattori che concorrono alla chiusura del conto corrente. Tra questi c’è anche il mancato pagamento delle bollette entro un determinato lasso di tempo
Il conto corrente è uno strumento che mette al sicuro il nostro denaro e che ci permette di poter compiere operazioni di versamento e prelievo. Vista la dimensione verso la quale anche il Bel Paese si sta avviando (con gli strumenti di pagamento elettronici che vanno sempre più per la maggiore), avere un conto è diventato quanto mai indispensabile.
In ogni caso bisogna rispettare delle regole per evitare che si possano venire a creare delle situazioni incresciose che spingano gli istituti di credito a chiudere unilateralmente i nostri conti. Quando è possibile che accada ciò? Le possibilità sono molteplici a partire da reiterate operazioni di prelievo e versamento di ingenti cifre, che sono soggette anche di accurati controlli dell’Agenzia delle Entrate.
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In questa sede però l’attenzione sarà posta ad un caso mai troppo rimarcato. Si tratta del rischio chiusura del c/c in caso di morosità relativa alle bollette delle utenze domestiche. A tal proposito le banche hanno deciso di prendere una contromisura piuttosto drastica.
Dal 1 gennaio 2021 le filiali bancarie hanno la possibilità di chiudere di bloccare i conti correnti ed eventualmente disporre la chiusura per coloro che non sono in regola con i pagamenti delle utenze da almeno 3 mesi.
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Un modo per incentivare i cittadini ad adempiere ad un dovere civico imprescindibile. Certo in un periodo storico come quello attuale, andrebbero valutate anche altre variabili, come la mancanza di disponibilità necessaria per saldare i pagamenti. Una volta avvenuto il blocco però il cliente può far valere le proprie e ragioni e spiegare il perché della prolungata inadempienza.