E’ il giorno della tanto odiata patrimoniale. Una tassa fissa, su conti correnti e libretti di risparmio postali e bancari.
La vecchia imposta di bollo, introdotta molti decenni fa, che nel 2011 il Governo Monti applicò in maniera forzata a conti correnti e libretti di risparmi postali e bancari. Una vera e propria tassa patrimoniale, che in questo giorno, si manifesterà presso gli estratti conto di tutti gli italiani. Un prelievo forzato per chi ha una giacenza pari o superiore a 5000 ero. L’importo di tale imposta è di circa 32 euro per persone fisiche, 100 per figure giuridiche.
In ogni caso oggi è il giorno in cui milioni di italiani vedranno questo prelievo forzato materializzarsi sui propri conti correnti. Qualcosa di spiacevole che in molti ancora non comprendono, qualcosa che sa quasi di prepotenza. Quel decreto Salva Italia dell’allora Governo presieduto da Mario Monti, che fu sangue e lacrime per tutti gli italiani.
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Agli italiani proprio non va giù questo tipo di forzatura. La concezione della patrimoniale, poi in questo caso, con prelievo diretto dal conto corrente bancario o dal libretto di risparmi postale o bancario, proprio non riesce a risultare gradita. Si ripensa ai sacrifici del Governo Monti, a quella serie di logiche che servirono, almeno come ci hanno sempre raccontato, a rimettere in sesto il paese. Dinamiche che ancora oggi paghiamo e ancora pagheremo.
Evitare questa tassa forzata? Certo si potrebbe, facendo sparire i propri soldi dal conto corrente, magari investendoli, magari spostarli dallo status di deposito, se cosi si può dire.
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Pagare le tasse e qualcosa di mai piacevole, spesso, nel nostro paese, quasi non le si paga apposta, sicuri, come spesso accade di un condono nel futuro prossimo, come puntualmente succede. Figuriamoci poi una tassa quasi estorta, il massimo insomma.