Il riconoscimento dell’assegno di ricollocazione ai beneficiari del reddito di cittadinanza dà il via al percorso di ricerca intensiva. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Il precedente governo ha deciso di introdurre il reddito di cittadinanza al fine di offrire una forma di sostegno a chi si ritrova a vivere un momento di difficoltà economica, ad esempio dopo aver perso il posto di lavoro. Non è un caso, quindi, che proprio nel corso degli ultimi mesi si sia registrato un boom di richieste a causa della crisi che ci ritroviamo a vivere a causa del coronavirus. In tal senso sono in molti ad aver accolto con piacere la decisione del governo di rifinanziare il reddito di cittadinanza per un valore pari a 1 miliardo di euro grazie ad Decreto Sostegni.
Sempre grazie a quest’ultimo, inoltre, l’esecutivo a guida Draghi ha confermato il rinnovo dei contratti dei navigator fino al 31 dicembre 2021. Quest’ultimi, ricordiamo, hanno il compito di aiutare coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza a trovare un lavoro. A tal proposito ricopre un ruolo importante il percorso di ricerca intensiva di una nuova occupazione, a cui bisogna prestare particolare attenzione, onde evitare possibili sanzioni. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
LEGGI ANCHE >>> Reddito di cittadinanza: “il trucco” utilizzato per comprare anche generi proibiti
Il Covid continua purtroppo ad avere un impatto negativo su molti settori lavorativi che si ritrovano alle prese con un grave periodo di crisi. Gli ultimi dati evidenziano un aumento della povertà nelle grandi città e conseguente incremento di richieste del reddito di cittadinanza. A tal proposito è bene ricordare che i soggetti beneficiari hanno l’obbligo di firmare il Patto per il Lavoro. Entro 30 giorni dalla firma, quindi, l’Anpal dovrebbe rilasciare l’assegno di ricollocazione che dà il via al percorso di ricerca intensiva di una nuova occupazione.
È possibile usufruire del servizio di assistenza intensiva nella ricerca di un lavoro presso diversi enti erogatori. Tra questi si annoverano i Centri per l’Impiego, ma anche soggetti accreditati ai servizi per il lavoro a livello nazionale oppure regionale. A scegliere l’ente erogatore è lo stesso percettore del Reddito di Cittadinanza, entro 30 giorni dal riconoscimento dell’assegno di ricollocazione. Nel caso in cui non si effettui alcuna scelta, ecco che il beneficio decade. Allo stesso tempo se, entro 30 giorni dalla scelta, l’ente erogatore non si attiva, il beneficiario ha l’obbligo di scegliere, entro i successivi 30 giorni, un altro ente.
Il percorso dura sei mesi, che possono essere prorogati di altri sei mesi. In pratica consiste nell’affiancamento di un tutor e relativa sottoscrizione di un programma di ricerca intensiva della nuova occupazione. Il beneficiario del reddito di cittadinanza, quindi, si impegna ad adempiere alle varie attività concordate con il tutor. In caso contrario bisogna fare i conti con le relative sanzioni, ovvero:
LEGGI ANCHE >>> Viaggia con la Ferrari: in tasca il Reddito di Cittadinanza
A questo punto abbiamo visto assieme come funziona il percorso di ricerca intensiva del lavoro e le possibili sanzioni nel caso in cui non si rispettino gli impegni presi nel momento stesso in cui si firma il Patto per il lavoro. Elementi che i soggetti interessati devono prendere necessariamente in considerazione, onde evitare di perdere il sussidio.