La società nerazzurra, come evidenziato dalla Gazzetta dello Sport, guida la graduatoria delle società in rosso. Ma se l’Inter piange, le altre non ridono.
Non è una situazione facile per nessuno, nemmeno per i grandi business. Perché la Serie A lo è diventata da tempo, e anche a livelli piuttosto alti, fra costi legati agli ingaggi, ai diritti tv e a quant’altro contribuisce a mandare avanti la macchina del calcio. Nei giorni scorsi, la Gazzetta dello Sport aveva messo in risalto la situazione tutt’altro che rosea delle società del massimo campionato e, in generale, di tutto il sistema calcio. Sul tavolo, un dossier da De Profundis: prendendo in esame le ultime cinque stagioni, era emerso un milione aggiuntivo di debito, aumentato progressivamente dal 2016 (1.871 milioni di euro) al 2020 (2.771 milioni).
Ma non solo. La Rosa aveva messo in evidenza anche la situazione interna delle varie società, nota anche dalla pubblicazione dei bilanci ma comunque allarmante se si considera che i ricavi, pur corposi, non sembrano in grado di sostenere i costi in uscita. In graduatoria emergeva il primato dell’Inter: la società meneghina, attualmente guidata dalla società cinese Suning dell’imprenditore Zhang Jindong, ha messo a referto debiti per 630,1 milioni di euro. Più della Juventus (458,3 milioni) e della Roma (552).
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Inter: una montagna di debiti, nessuno peggio in Serie A
Al momento, l’Inter ha rifinanziato il debito attraverso i bond. Senza tuttavia riuscire a coprire i vari buchi in bilancio: il patrimonio netto fa segnare un -36,9 milioni, mentre il risultato del bilancio è complessivamente in negativo di 102,4 milioni. La differenza fra costi e ricavi si attesta a vantaggio dei primi per 133,1 milioni. Una situazione seria ma non più di quella di altre società. La Roma, ad esempio, somma agli oltre 500 milioni di debiti un calo del patrimonio netto di 242,4 milioni. Anche per questo la società giallorossa ha optato per la politica delle plusvalenze, riuscendo a tirar fuori però appena 17,7 milioni di euro.
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Restando all’Inter, esattamente come per i giallorossi, a incidere è stato l’impatto della pandemia. I mancati introiti dovuti al botteghino hanno giocato il loro ruolo nell’accrescimento del debito, anche se il gruppo di Zhang garantisce che “il sostegno finanziario non verrà a mancare” per la società nerazzurra. A ogni modo, il Consiglio d’amministrazione della società ha evidenziato come, nel semestrale 1 luglio – 31 dicembre, sia stata conseguita una perdita pari a 62,7 milioni di euro. Praticamente raddoppiata rispetto ai 32,7 milioni del precedente esercizio fiscale. Perdite che il Cda definisce comunque contenute, oltre che acuite dall’innalzamento del monte ingaggi. Un “campionato” che l’Inter in viaggio verso lo scudetto avrebbe preferito di sicuro non vincere.