Reddito e Assegno non sono incompatibili: lo dice la Legge delega del Governo, che conferma la prima misura e la affianca alla seconda. Ecco come.
Poche ma sostanziali modifiche per il Reddito di cittadinanza, confermato dal nuovo governo eludendo qualche remora sulla misura, anche in seno all’Europa. Fra le nuove disposizioni, una novità che riguarda da vicino i percettori del Reddito, per i quali sarà possibile richiedere anche l’assegno unico per i figli. Un provvedimento che, in realtà, è in linea di continuità fra i due governi, visto che era stato pensato dal Conte II e portato a dama da quello Draghi. Non c’è ancora una data ufficiale, visto che dovranno essere stilati (ed entrare in vigore) i decreti di riferimento.
A ogni modo, la deadline dovrebbe essere il primo del mese di luglio. Non si tratta di un’incongruenza, dal momento che l’assegno non verrà percepito per intero ma dovrà essere tenuta in considerazione la quota di Reddito di cittadinanza di cui si beneficia. Il calcolo verrà applicato in corrispondenza al parametro equivalente utilizzato per determinare l’importo di quella parte di Reddito destinata al figlio. Per il momento non ci sono decreti di riferimento ma una legge delega, che dà al governo la possibilità di adottare i decreti legislativi entro i 12 mesi.
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Reddito di cittadinanza e Assegno unico:
In sostanza, una delle principali novità relative al Reddito di cittadinanza è la sua compatibilità con l’Assegno unico per i figli. Uno strumento i cui principi sono già regolamentati dal disegno di legge che precede i futuri decreti in materia. Qui si stabiliscono i 20 miliardi circa di risorse messe a disposizione nella Legge di Bilancio, 3 dei quali stanziati nel 2021. Non è ancora chiaro l’importo ma difficilmente si andrà sopra i 250 euro, partendo da una base di 50. Da tenere in considerazione, inoltre, che l’assegno potrà essere percepito dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età del figlio.
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Percependo l’Assegno unico, si dovrà rinunciare giocoforza ai bonus connessi alle esigenze familiari. Innanzitutto quello Mamma, ma anche il bonus bebè e l’assegno al nucleo familiare. Il metodo di pagamento potrà vertere sia sull’assegno mensile che tramite credito d’imposta. Inoltre, al compimento della maggiore età, i figli potranno richiedere che l’importo sia versato direttamente a loro beneficio. L’importo sarà comunque valutato in base al calcolo dell’Isee. Si partirà dalla base di un figlio unico, per poi essere maggiorato in caso di figli successivi al primo. Un incremento, compreso fra il 30% e il 50%, potrà essere garantito qualora vi siano situazioni di disabilità.