Indovinate chi si dovrà preoccupare seriamente per la possibilità sempre più remota di ricevere una buona pensione: i giovani d’oggi
Sono tantissimi, come ovvio che sia, gli studi che le varie aziende stanno portando avanti, per quanto riguarda i possibili effetti della pandemia Covid 19. L’ultimo allarme, rimbomba da un Paese da poco fuori dall’Unione Europea, l’Inghilterra, e riguarda una grande fetta di lavoratori: i più giovani. Per loro, in Italia, c’è qualche piccolo spiraglio con la ripresa delle attività: Valtur ad esempio, cerca ben 700 animatori per la prossima estate.
L’età pensionabile intanto, aumenta ancora, potrebbe arrivare ai 75 anni, mentre un’inchiesta di Royal London ha fatto emergere un altro dato: almeno 2 millennial su 5, ha interrotto o ridotto i contributi pensionistici a seguito della pandemia. Questo, in un Paese all’avanguardia come quello inglese, figurarsi cosa starà accadendo in terra italiana.
Nulla fa presagire ottimismo per i prossimi anni, perché se ad oggi la pandemia dà un forte stallo, è anche molto possibile che questo si rifletta sui tempi futuri. Logicamente, a perderci saranno i giovani di oggi.
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Un dato emerso, di cui forse eravamo già a conoscenza, è che i lavoratori di oggi spesso non sono neanche ben retribuiti, mentre altri lavorano poco, la conseguenza è un livello di risparmio molto basso. Ancora, Behavioral Insights Team e Scottish Widows, ha lanciato un altro allarme lo scorso settembre. Su ben 3.000 giovani compresi tra i 22 ed i 29 anni, alcune piccole spinte, dette “nudges”, aiuterebbero in termini di pensione. Parole come “investire” e “risparmiare”, educherebbero le persone dal punto di vista finanziario.
Gli ultimi dati, sono sì preoccupanti ma non costituiscono ormai una novità. Secondo altri studi infatti, abbiamo visto come giovani e donne siano maggiormente paralizzati lavorativamente per colpa della pandemia.
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Tornando all’ultimo studio di cui sopra, si è scoperto anche che prima della pandemia, il 49% dei giovani non risparmiava come avrebbe dovuto, per la pensione. Infine, altro monito, quello di Ben Polland, il fondatore di Cushon. Polland, afferma:
“Se vogliamo che le generazioni più giovani si impegnino di più con le pensioni, dobbiamo dare loro qualcosa che vogliono e con cui possono davvero partecipare. Gli investimenti verdi e la protezione del pianeta sono qualcosa che sentono molto fortemente e il 62% degli under 35 ci ha detto che si impegnerebbe maggiormente con la pensione se sapesse che ha un impatto positivo sul cambiamento climatico”, aggiungendo che i giovani odierni non devono assolutamente scoraggiarsi. Il suo suggerimento: “i giovani dovrebbero prendere in considerazione un ISA a vita e che sono gli omologhi dei nostri PIR, con la differenza che questi funzionano veramente alimentando imprese e risparmi”.