Il mobbong esiste anche dal punto di vista giuridico, ma bisogna provarne la condotta, ecco cosa rischia il datore di lavoro
Partiamo dalla definizione di mobbing, definito come vero e proprio terrore psicologico, vissuto sul luogo del lavoro. I comportamenti estremamente aggressivi di un datore di lavoro, non faranno vivere il lavoratore a proprio agio, ma non basta un solo episodio. Infatti, per dirsi vittima di mobbing, bisogna che i comportamenti lesivi del capo si siano protratto per un dato lasso di tempo, generalmente individuato in sei mesi.
Dal mobbing, possono venir fuori addirittura vere e proprie patologie, causate dall’enorme stress. Parliamo di:
- patologie dell’apparato cardiovascolare (ipertensione, aritmie cardiache);
- disturbi di ansia, stress e panico (attacchi di panico, depressione, insonnia);
- malattie epidermiche;
- malattie dell’apparato gastrointestinale;
- difficoltà nella vita sociale e di relazione.
Il danno biologico ormai inferto, può essere risarcibile, in quanto queste patologie possono colpire l’integrità psicofisica del soggetto. Dato che per legge a doversi preoccupare di eventuali azioni di mobbing, il datore di lavoro può rischiare in due modi, se ne denunciassimo i comportamenti. Al capo può essere ordinato di erogare verso il dipendente, un risarcimento pecuniario proporzionale al danno biologico subito dal dipendente; ma si rischia anche a seconda delle conseguenze. Dal punto di vista penale infatti, potrebbe rispondere del reato di lesioni personali o di omicidio colposo.
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Mobbing, come potremmo dimostrarlo
Lo stress sul lavoro, non sempre è dovuto ad un datore di lavoro. Gli ultimi mesi per esempio, ci hanno insegnato a convivere con l’idea di smart workig: sapevi quanto stress procura il lavoro-correlato? Tornando però a quello da mobbing, sappiamo innanzitutto che provarlo non sarà facile. Per aprire una causa infatti, il lavoratore dovrà mostrare al giudice, prove e conseguenze.
Saranno quindi da dimostrare, sia le condotte protratte nel tempo e che possano appartenere alla categoria del mobbing; poi il fine espulsivo ai danni del lavoratore, praticamente la fase psicologia; infine il danno che si subisce a causa delle condotte di cui prima, con tanto di deposito in giudizio di perizie medico-legali come certificato.
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La Cassazione ha più volte ricordato che i soggetti devono provare la condotta intera da mobbing. Con documenti e testimonianze praticamente, il lavoratore è tenuto a dover dimostrare il mobbing. Purtroppo, ciò che renderà ancora meno facile provarlo, è che spesso i testimoni dovrebbero essere i colleghi del richiedente, non sempre contenti di figurare e quindi di cui non saremo mai certi di una testimonianza a favore.