La misura era stata lanciata per favorire le transazioni attraverso bancomat e carte di credito. I furbetti però sono sempre in agguato.
Tra le iniziative meglio accolte degli ultimi anni, il cashback ha da sempre avuto come fine principale, quello di favorire le transazioni, relative a qualsiasi tipo di operazione, compravendita di beni o servizi e quant’altro, con bancomat o carta di credito, rispetto all’utilizzo classico del contante. Combattere l’evasione fiscale, di fatto, creare un contesto in cui venditore e cliente trovassero vantaggio dal certificare ogni tipo di acquisto.
L’iniziativa, ha trovato molto riscontro tra i cittadini, divertiti sicuramente dalla possibilità di recuperare una quota dei propri acquisti, per riutilizzarla o magari metterla da parte. Il concetto è proprio questo. La restituzione di una parte degli importi spesi per l’acquisto di beni o servizi una volta raggiunta la soglia prestabilita di operazioni. Qui, per la verità, sono nati i primi problemi. Per raggiungere tale soglia, in molti, hanno iniziato, di fatto, a barare.
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Cashback vietato a chi fa il furbo: cosa potrebbe succedere
In pratica, per raggiungere la soglia prestabilita di operazioni utili, per accedere alla restituzione della percentuale sugli acquisti, in molti provavano a far lievitare il numero di operazioni stesse. Un esempio pratico è stato riscontrato presso i distributori di benzina. Una persona intenzionata a rifornire il serbatoio della propria auto con 20 euro di benzina, invece di effettuare una unica operazione da 20 euro, andava ad effettuarne 4 da 5 euro, cosi da vedere aumentare il numero di operazioni complessive sul suo profilo.
Un giochetto che non è passato però inosservato. In molti hanno protestato contro determinate pratiche. In arrivo nelle prossime settimane potrebbe esserci addirittura la cancellazione dell‘utente che bara dal programma cashback.
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Un giochetto che potrebbe finire presto, insomma, per chi proprio non riesce ad attenersi alle regole, e prova a barare sempre, in ogni caso.