Fra i bonus più utilizzati in tempi di pandemia, per i Buoni Spesa sono stati stanziati ulteriori 155 milioni di euro. Requisiti e soglie.
Pochissimi sono andati, tantissimi sono rimasti. Diversa la collocazione, la disposizione, l’elargizione ma, alla fine, la politica dei bonus è stata per la maggior parte mantenuta dal governo Draghi. Fra quelli rimasti, c’è anche il quello legato alla spesa, fra i più utilizzati dalle famiglie, anche perché rientrante nella categoria dei bonus emessi dai Comuni. Un incentivo al disbrigo delle spese di sostentamento, indirizzato alle famiglie in difficoltà e, finora, visto come un sostanziale aiuto all’economia domestica. In fase di Decreto, l’esecutivo a guida dell’ex presidente della Bce ha optato per la permanenza.
L’importo previsto è più che dimezzato (dai 400 milioni previsti dal Ristori ter agli attuali 155 milioni di euro). Tuttavia, considerando la scelta (quella sì annunciata) di indirizzare le risorse per potenziare altri settori (in primis le Partite Iva ma anche lì con qualche problema), la sostanza resta: i buoni spesa finanzieranno l’acquisto di beni alimentari, farmaceutici e di prima necessità, naturalmente nei negozi che lo consentiranno aderendo all’iniziativa governativa.
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Buoni Spesa, sostegni fino a 700 euro:
Secondo quanto previsto dalla normativa di riferimento, i Buoni Spesa sono destinati ai nuclei familiari che detengono un reddito basso (calcolato tramite modello Isee). Le soglie di base, tuttavia, non vengono definiti dallo Stato ma dal Comune di appartenenza. Tuttavia si può tracciare una soglia più o meno valida per tutti, considerando che i Comuni solitamente non vanno sopra gli 8 mila euro. Per quanto riguarda le cifre stimate, l’importo varia tra un minimo di 50 euro e un tetto di 700 euro.
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Sul piano dei requisiti, va ricordato prima di tutto che in famiglia non deve esserci un componente che lavora o che comunque produce reddito. Né essere percepito un altro bonus (e nemmeno la Naspi). Per il resto, le disposizioni valide sono comuni ad altri bonus: la cittadinanza italiana, la residenza nel Comune di riferimento o, in caso, il permesso di soggiorno. Inoltre, va dimostrato il peggioramento della condizione economica, riferibile però a ragioni di pandemia da Covid-19. Tale da rendere difficile accedere ai beni di prima necessità.