Secondo gli analisti di ProiezionidiBorsa il titolo Apple viene sopravvalutato del 20%. Ma le tendenze ribassiste consigliano cautela nell’acquisto.
Non è stata una gran giornata per Wall Street. La principale Borsa mondiale cede su tutti i principali listini, confermandosi debole sia sul Dow Jones (che lascia lo 0,10% e chiude a 32.701 punti) che sul Nasdaq (che cede lo 0,41% a 13.323 punti circa). Chissà se a pesare sia stato il triste “anniversario” della frenata storica portata dalla pandemia. A confermarlo indirettamente sono quei titoli che appartengono a società che, in teoria, trarrebbero vantaggi diretti dalla fine delle misure restrittive portate dalla pandemia, come Carnival e Norwegian Cruise e anche le varie compagnie aeree.
Tuttavia, a ben vedere qualcuno che ride c’è. E ride pure di gusto, visto che mentre tutti perdono e vedono il proprio titolo sottovalutato, lui macina rialzi a manciate. A dare una lettura più o meno chiara è Goldman Sachs, che ritiene come i listini azionari possano proseguire la crescita ma non perché siano bravi da soli. A tirare le fila ci sarebbero titoli guida come Amazon ma soprattutto Apple. Una differenza fondamentale fra le due A: la prima vedrebbe il suo titolo ancora sottovalutato, la seconda praticamente alle stelle.
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Wall Street, Apple divora record e fa la storia: il possibile ribasso
La stima arriva dagli analisti di ProiezionidiBorsa, sostanzialmente d’accordo con le previsioni di GS, parlando addirittura i un 20% di sopravvalutazione per il titolo della Silicon Valley. Anzi, in merito al ruolino di marcia del colosso fondato da Steve Jobs, gli analisti danno pure qualche numero: dal 1990 a oggi, si è passati esattamente dal prezzo di 0,028 all’attuale 123,39. Praticamente un rialzo da record, del + 4.405% in appena trent’anni. Abbastanza per piazzare il titolo azionario di Apple nell’Olimpo di Wall Street. E il tutto con una previsione che dice come gli utili potrebbero anche crescere ancora: +4,87% all’anno.
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L’effetto pandemia si è fatto sentire anche in California. Nell’ultimo anno, Apple ha messo a referto qualcosa come un +11,2% di utile e una proiezione dei prezzi stimati che se non regge il confronto col record poco ci manca. Basti pensare che il titolo ha chiuso il 22 marzo a 123,39 dollari, rialzo del 2,83% dalla precedente seduta, non scendendo mai, da inizio anno, oltre i 116,21. Abbastanza per aspettarsi un prosieguo di crescita, magari non continua (visto che la tendenza è ribassista) ma comunque