Spunta un’agevolazione per chi, nel 2017 e 2018, è risultato irregolare. Le Partite Iva potranno regolarizzare la posizione senza sanzioni.
I dettagli del Decreto Sostegni sono stati appena diramati ma, com’era inevitabile che fosse, qualche discussione l’hanno sollevata. Soprattutto sul piano del condono fiscale, leggermente diverso da quanto anticipato ma comunque rispettoso di quasi tutti i pronostici, un po’ di remore sono state sollevate. Se non altro in merito al condono previsto (a determinate condizioni) per chi non ha saldato rate del Bollo auto o contravvenzioni. Ma, al netto di tutte le dispute, c’è anche chi nella maxi-operazione del governo riesce a vedere dei benefici reali.
Delle Partite Iva si è discusso più volte, soprattutto in merito ai contributi a fondo perduto che verranno emessi per compensare le perdite di fatturato. Al momento, tuttavia, sembra che siano pronte ulteriori agevolazioni e non solo per chi ha una posizione contributiva regolare. Nel decreto, infatti, trovano posto anche delle disposizioni per coloro che, nel 2017 e nel 2018, hanno sì presentato una dichiarazione dei redditi ma che lo hanno fatto con presenza di irregolarità.
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In sostanza, accanto al discusso condono per i vecchi crediti inevasi, si posiziona anche l’agevolazione per quelle Partite Iva che, negli anni 2017 e 2018, hanno presentato dichiarazioni irregolari. A patto che, nel 2020, abbiano registrato un calo di fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019. L’agevolazione comunque non è l’accesso al fondo, almeno non subito. Si tratterà, infatti, della possibilità di effettuare il saldo delle irregolarità attraverso il solo pagamento delle imposte, senza sanzioni che sarebbero scattate per tardivo od omesso versamento.
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I beneficiari, quindi, saranno tutti coloro risultati in una posizione irregolare dai controlli automatici. Il che, naturalmente, riequilibra la situazione per coloro che, ad esempio, sono incorsi in qualche errore nella dichiarazione. Ma va incontro anche a chi, volutamente, ha omesso qualche dettaglio, di fatto diventando degli “aspiranti evasori”. Il costo complessivo sarebbe di circa 200 milioni di euro, con l’obiettivo di non gravare ulteriormente sui redditi di chi ha visto calare sensibilmente il proprio fatturato nel 2020. Qualora non si pagassero le somme dovute, comunque, le sanzioni scatteranno in automatico.