Acqua, fra dieta e sostenibilità: pochi consigli per un grande risparmio

Un bene imprescindibile, del quale è bene ricordarsi l’importanza. Il 22 marzo ricorrerà la Giornata mondiale dell’acqua: un tema sempre attuale e, soprattutto, quotidiano.

ACqua
Foto di Studio-Fritz da Pixabay

Ce lo chiediamo sempre, magari anche in forma implicita ma è un interrogativo costante. Dalle scuole elementari fino alle tavole di ogni giorno in famiglia, il tema dell’acqua è sempre vivo nelle nostre coscienze prima ancora che nei nostri dibattiti. Lunedì 22 marzo arriverà la Giornata internazionale dedicata e l’occasione di una riflessione più ampia su come e quanta acqua venga consumata mediamente ogni giorno tornerà quanto mai attuale. Anche perché, non c’è bisogno di ricordarlo, l’accesso all’acqua corrente è un privilegio che purtroppo non a tutti è concesso in questo mondo.

In un periodo di pandemia, di crisi generale e quindi di necessario cambiamento, anche l’acqua finisce al centro di una discussione legata al risparmio. Da ogni punto di vista lo si guardi, l’argomento è attuale praticamente in ogni campo, da quello alimentare a quello energetico, fino a quello domestico. Dai piccoli accorgimenti, come chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, fino alle grandi strategie di distribuzione, la questione va affrontata innanzitutto sul piano dell’approvvigionamento.

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Innanzitutto qualche numero sulla ripartizione dell’acqua nell’impiego comune. I prelievi d’acqua dolce riguardano perlopiù l’agricoltura (70%), naturalmente per l’irrigazione, e si parla addirittura del 92% dell’impronta idrica umana. Basti pensare che solo in Italia l’impronta idrica è di 6.300 litri medi al giorno, ovvero il 30% in più della Francia ma il 6% in meno della Spagna. Dai primi anni Sessanta a oggi, i numeri sono aumentati pressoché in modo continuativo, del 30% complessivo dal 1961 ai Duemilaventi.

Acqua, fra dieta e sostenibilità: la strategia europea

Questo significa che l’uso dell’acqua è di fatto raddoppiato. In questo senso, il tema dell’alimentazione e quello della sostenibilità vanno di pari passo. Anche perché, marciando a questi ritmi, il consumo dell’acqua imporrà, di qui a non troppo tempo, un problema di disponibilità idrica. I sistemi alimentari, avendo di fatto variato la dieta degli esseri umani convertendola in cibi più ricchi di grassi e di zuccheri, renderà necessario un aumento di emissioni di gas serra. Non è un dato comunemente riportato ma il 37% delle emissioni totali deriva proprio dai sistemi alimentari. Addirittura più del riscaldamento (23,6%).

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Niente di strano che questo discorso rientri a pieno regime nei dettami della Commissione europea a guida Von der Leyen. La presidente, fin dal suo insediamento, ha tracciato una strada comunitaria che parla innanzitutto la lingua della sostenibilità. E se è vero che una dieta a base vegetale che sia equivalente, da un punto di vista nutrizionale, a una che si basi sulle proteine animali ridurrebbe del 38% l’impronta idrica, nessuno dice che occorra essere tutti vegetariani. Anzi, secondo Von der Leyen sarebbe sufficiente bilanciare gli alimenti, favorendo la presenza dei cosiddetti “sostenibili”. Il risparmio sarebbe di 4 mila litri d’acqua a persona. Al giorno.

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