Il contributo a fondo perduto per le Partite Iva rischia di lasciare a piedi qualcuno che pure ne avrebbe diritto.
L’obiettivo era non fare figli e figliastri, cercando anche di rimediare a qualche svista passata. Ma, proprio mentre il premier Mario Draghi illustra al Paese i dettagli del Decreto Sostegno, emerge qualche dettaglio che andrà chiarito in relazione alla potenza economica mossa a favore di lavoratori e imprese. Il tema divisivo è quello del fondo perduto, i cui contributi sono stati istituiti per sopperire ai cali di fatturato e alle derivanti difficoltà economiche. Tuttavia, alcuni elementi sembrano indicare che qualcuno, piuttosto che altri, rischia di essere meno fortunato nella percezione del ristoro.
Il problema sarebbe nei requisiti. Secondo quanto previsto dal Decreto Sostegno, infatti, per poter accedere al fondo perduto vanno rispettati parametri specifici e non validi per tutti. Questo, al netto delle intenzioni, rischia di provocare il contrario di quanto voluto: ovvero l’uniformazione del trattamento, senza lasciar fuori nessuno. O, più esattamente, reintegrando coloro rimasti fuori dai precedenti decreti.
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Fondo perduto, qualcuno resta fuori:
Accade, però, che qualcuno possa non rientrare nei requisiti previsti. C’è da tenere conto di alcuni parametri, primo fra tutti il limite relativo a ricavi e compensi percepiti durante l’anno 2019. Questa, infatti, è la vera pietra di paragone per poter capire se sarà possibile accedere o meno al fondo perduto. Sembra confermata la soglia a 10 milioni di euro, ovvero sostanzialmente un raddoppio rispetto a quanto era sinora circolato. Il calo del fatturato resterà del 30%, calcolato sulla regressione media degli introiti.
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E proprio questo aspetto farebbe da deterrente per molte Partite Iva. Il problema, in alcuni casi, è relativo proprio al fatturato. E non perché il calo non ci sia stato. Emblematico il caso mosso dal titolare di alcune attività di ristorazione e riportato dal portale Informazione Fiscale. L’imprenditore, gestente di tre ristoranti raggruppate in un’unica società, ha registrato un calo complessivo di fatturato del 75%. Il problema, in questo caso, sarebbe il ricavo complessivo: poco sopra i 10 milioni di euro. In pratica, pur a fronte di una colata a picco, gli incassi vanno sopra (anche se in minima parte) alla soglia prevista. Un danno e una beffa. La più atroce.