Le multe per violazione del coprifuoco sono annullabili: come agire

Le multe emesse per la violazione del coprifuoco possono essere annullate presentando ricorso. Come funziona e perché ciò può avvenire

Multe coprifuoco
Fonte Pixabay

Il coprifuoco notturno ha ormai stufato gli italiani. Sono ormai più di 5 mesi che questo provvedimento va avanti e per forza di cose può capitare che qualcuno lo trasgredisca.

Per poter uscire dopo le 22:00 è necessaria l’apposita autocertificazione, che più di qualcuno ha falsificato per giustificare la sua “assenza da casa”. Una trasgressione in piena regola all’apparenza, che una recente sentenza ha di fatto ribaltato in maniera clamorosa, creando un precedente a cui molte persone si aggrapperanno di qui in avanti.

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Multe coprifuoco: ecco perché si possono annullare

Il Giudice del Tribunale di Reggio Emilia ha infatti stabilito che le ipotetiche false dichiarazioni trascritte nel modulo di autocertificazione non sono perseguibili penalmente. Di conseguenza le sanzioni amministrative (che variano da 400 euro a 1000 euro) derivanti da questo genere di situazioni possono essere annullate.

Una decisione che nasce dall’interpretazione dei provvedimenti presi in questo lungo anno di pandemia. Secondo il giuristi del Tribunale emiliano un Governo non può imporre l’obbligo di rimanere nemmeno in un periodo di emergenza sanitaria.

Ancor peggiore è la situazione se la si contorna al solo coprifuoco. Questo provvedimento infatti può essere utilizzato in tempi di guerra per proteggere la popolazione dai bombardamenti o in casi estremi per problemi di ordine pubblico.

In questo caso non sussiste nessuna delle due casistiche. Se poi si considera che la misura cautelativa è in vigore dalle 22:00 alle 5:00 del mattino, il quadro assume una connotazione ancor più grottesca.

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Nella suddetta fascia oraria già in un periodo normale sono poche le persone che escono di casa (meno del 5% della popolazione). Quindi giustificare il coprifuoco come misura per il contenimento del contagio non è propriamente fattibile. 

Inoltre il magistrato ha sancito che il DPCM dell’8 marzo 2020 è illegittimo visto che si tratta di un atto regolamentare che manca di forza normativa. In sintesi nessuno potrebbe obbligare le persone a rimanere chiuse in casa.

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