I buoni fruttiferi possono essere riscossi anche in anticipo. Ma ecco quando e in che modo questo può essere fatto: i dettagli.
I buoni fruttiferi sono uno strumento che viene utilizzato molto frequentemente dagli italiani. D’altronde si tratta di un mezzo molto importante e che corrisponde a un prodotto di investimento finanziario. Questi infatti, assieme al libretto di risparmio rappresentano e costituiscono il cosiddetto risparmio postale, che molti italiani utilizzano e sfruttano. E ovviamente non potrebbe essere altrimenti.
Emessi dalla Cassa depositi e prestiti e collocati in esclusiva da Poste Italiane, la domanda principale non può che essere solo e soltanto una: ma quando questi possono essere riscossi in anticipo? La questione va analizzata e spiegata nei singoli dettagli e nello specifico per essere capita e compresa. E allora non resta che concentrarsi su alcuni aspetti molto importanti e a dir poco fondamentali.
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Dunque, quando si parla di riscossione anticipata, il riferimento è a degli interessi anticipati. Ed è per questo che bisogna fare una grandissima attenzione alle scadenze e ai tempi di queste ultime. Ma ecco, se si finisce a parlare di interessi, i fattori che incidono sono principalmente tre: il capitale investito, il tasso di interesse, che è inevitabilmente legato alla durata, e il tempo, che può essere espresso in giorni, mesi o anni. Ed è in questo campo e in questo momento che entrano in scena degli operatori di mercato. Questi hanno infatti il compito di riconoscere gli interessi attivi già maturati al momento della sottoscrizione.
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La domanda è però, come detto, legata al buono fruttifero postale. E la risposta è negativa, perché tutti i buoni postali creano e distribuiscono interessi, ma solo al momento del rimborso. Ed è per questo che ci sta un unico requisito da rispettare, ossia il fatto che il rimborso venga esercitato subito dopo il periodo iniziale di infruttiferità. Ma c’è qualche eccezione? In questo caso invece la risposta è affermativa. Il riferimento è al Buono 7insieme. Questo distribuisce flussi monetari già durante la sua vigenza. Va detto però che in questo caso si tratta di quote di capitale.