Naspi, occhio all’errore: il gesto che potrebbe costarvi caro

Importante misura a sostegno delle persone che sono rimaste senza lavoro, vi sono alcuni casi in seguito ai quali può scattare la sospensione o decadenza della Naspi. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

naspi sospesa
Il lavoro è molto importante, in quanto permette a tutti noi di avere una fonte di reddito grazie alla quale poter soddisfare le varie esigenze famigliari. Le cose però non vanno sempre come sperato e in alcuni casi ci si può ritrovare a dover fare i conti con la perdita del posto di lavoro, a prescindere dalla propria volontà.  Basti pensare che stando ai dati evidenziati dall’Osservatorio sul Precariato Inps, a ottobre 2020 sono stati persi oltre 600 mila posti di lavoro rispetto al 2019. Dati senz’ombra di dubbio allarmanti, che mostrano come sia importante un intervento mirato da parte del governo, attraverso misure ad hoc.

Tra queste si cita la Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione, che permette di ricevere un sussidio mensile, fino ad un massimo di due anni. Al fine di accedere a tale misura, ovviamente, bisogna essere in possesso di determinati requisiti. Allo stesso tempo, una volta riconosciuto il diritto è fondamentale continuare a rispettare determinati parametri e prestare attenzione ad alcuni accorgimenti. In caso contrario, infatti, si rischia di dover fare i conti con la sospensione o addirittura la decadenza del sussidio.

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Naspi, occhio all’errore: ecco in quali casi scatta la sospensione o decadenza

Date INPS: tutti i pagamenti di marzo 2021
INPS (Fonte foto: web)

La Naspi, come già detto, si presenta come un’indennità mensile di disoccupazione a favore delle persone rimaste senza lavoro. A tal proposito è bene sapere che vi sono alcuni casi in cui si rischia di dover fare i conti con la sospensione o addirittura la decadenza del sussidio stesso. In caso di sospensione il pagamento dell’indennità si interrompe solamente in via temporanea, mentre per quanto riguarda la decadenza, ci si ritrova a dover fare i conti con la perdita del beneficio. Entrando nei dettagli, così come è possibile evince dal sito dell’Inps, il pagamento della Naspi è soggetto a:

  • Sospensione, in caso di:
    • contratto di lavoro subordinato della durata non superiore a 6 mesi, fermo restando un reddito annuo presunto inferiore a 8 mila euro;
    • nuova occupazione in un Paese dell’UE o comunque presso un Paese che ha stipulato con l’Italia una convenzione bilaterale in tema di assicurazione contro la disoccupazione.
  • Decadenza, nel caso in cui:
    • si perda lo stato di disoccupazione;
    • inizio di un’attività di lavoro subordinato senza comunicare all’INPS il reddito presunto che ne deriva entro il termine di un mese dall’inizio del rapporto di lavoro o dall’invio della domanda di disoccupazione.

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Proprio la mancata comunicazione all’Inps del reddito presunto, quindi, si può rivelare un grave errore, in seguito al quale decade il beneficio della Naspi. Per questo motivo è fondamentale prestare la massima attenzione, onde evitare spiacevoli inconvenienti.

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