Alcuni lavoratori precari delle categorie scolastiche potranno ricevere in busta paga un compenso maggiorato di alcuni euro.
Un aumento sullo stipendio di alcuni precari scolastici è stato deciso: firmato il rinnovo del contratto collettivo 2019-2021.
Questo patto prevederà l’aumento dello stipendio per alcune categorie di precari di circa 90 euro, esattamente di 87 euro sulla busta paga, compreso l’elemento perequativo di circa 11,50 euro (previsto nel CCNL 2016-2018).
A questo implemento monetario va comunque aggiunto il taglio del cuneo fiscale 2021. Si parla del cuneo fiscale quando ci si riferisce alle tasse sul reddito dei lavoratori.
Aumento nella busta paga per alcuni precari: come avere i 90 euro in più
Il cuneo fiscale può arrivare fino a 100 euro ed ha sostituito gli 80 euro di Renzi in busta paga. Il calcolo del reddito viene diviso in tre:
a) da 28mila a 31mila euro si aggira intorno a 90 euro;
b) da 31mila a 35mila euro scende a 80 euro;
c) da 35mila euro in poi si abbassa fino ad azzerarsi a 40mila euro.
Intanto in molti ancora sono in attesa del Decreto Sostegni e della promessa del bonus 3000 euro promesso da Mario Draghi. Arriverà o no?
Dopo il blocco del Decreto Ristori promosso dal Governo Conte, ma annullato successivamente alla crisi di governo e all’inserimento del nuovo Premier, tutto è ormai fermo dal gennaio 2021.
Il bonus da 3000 euro non è altro che il pagamento delle mensilità di gennaio, febbraio e marzo che erano stati promessi con lo scorso decreto, ma che a causa della successiva crisi non sono mai stati erogati.
Il bonus comprenderà in particolare quelle attività in seria difficoltà: gli aiuti previsti per partite IVA, stagionali e precari, con un indennizzo diviso sui 1000 euro in tre mensilità del bonus “sostegno” di Draghi.
Aiuti anche per il settore turistico, dove il Premier vorrebbe stanziare un aiuto di un miliardo con un blocco dei licenziamenti previsto fino al 30 giugno. Per le partite IVA il decreto ristori stanzia 2,7 miliardi di euro da distribuire per coloro che abbiano perso durante il 2020 almeno il 33% del fatturato totale.
Confermati dunque gli indennizzi che verranno inviati alle IVA, con quattro livelli percentuali di aiuto: si parla di percentuali del 15, 20, 25 e 30%.
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Gli indennizzi riconosciuti saranno divisi in questo modo: del 30% con fatturato in perdita da 100 mila euro l’anno, il 25% con una perdita di fronte a un fatturato tra 101 mila euro e 400 mila euro l’anno, 20% se si parla di una perdita tra i 401 mila e un mln di euro l’anno e il 15% se il fatturato oscilla tra 1 mln e i 5 mln di euro l’anno.