L’offensiva arriverebbe dalla Cina e avrebbe colpito i sistemi aziendali di tutto il mondo. Un attacco hacker gravissimo, dai contorni però ancora confusi.
Quando si parla di hacker ci si collega immediatamente a qualcosa di indefinito, riferibile solo a grandi aziende messe nel mirino da sconosciuti in incognito. Fenomeni del web che sfruttano eventuali falle nei sistemi per “bucarli” e accedere a dati sensibili. Tuttavia, molto più nel concreto, gli attacchi hacker possono riguardare anche realtà più prossime alla nostra, come ad esempio le caselle di posta. Un sistema che, teoricamente, dovrebbe essere ultra-protetto ma che un gruppo di hacking cinese avrebbe trovato il modo di aggirare. La falla sarebbe in Exchange, sufficiente per creare il caos.
Usa, Turchia e… Italia. Sarebbero questi i tre Paesi che, secondo D.Day.it, avrebbero ricevuto gli attacchi più pesanti. Per quanto riguarda il nostro Paese, si parla in particolare di WindTre. A dare il segnale, alcuni malfunzionamenti dei giorni scorsi i quali, a quanto sembra, andrebbero imputati proprio all’attacco hacker. Il quale, dopo la scoperta da parte Microsoft, avrebbe addirittura aumentato la propria intensità, diventando estremamente pericoloso.
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Diversi siti, fra cui Bloomberg, avrebbero confermato le possibilità di un attacco hacker, mentre WindTre, come spiega ancora D.Day, avrebbe parlato di una manutenzione. Al momento, tuttavia, non è possibile stabilire se l’offensiva vi sia stata davvero né quale sia l’entità dei danni. Stando alle prime analisi, tuttavia, le potenzialità di un attacco simile potrebbero essere estremamente grandi. Va comunque ricordato che, in caso di conferme, si tratterebbe della rete aziendale, quindi non riferibile a quella delle telecomunicazioni, dove si trovano dati sensibili dei clienti.
Più seria sarebbe la situazione negli Stati Uniti, dove l’attacco hacker sarebbe finito addirittura sul tavolo dello Studio Ovale. Il presidente Joe Biden, infatti, si starebbe interessando al caso visto che molte aziende americane sarebbero state messe nel mirino, con conseguenze potenzialmente devastanti. Anche perché, come confermato anche da Brian Kerbs, esperto di sicurezza, dopo la scoperta l’attacco è diventato più forte: da 30 mila server a 150 mila in qualche giorno. Un allarme rosso ancora per nulla scemato.