Sostenibilità, Next Generation Ue e fondi comunitari: l’Unione cerca di consegnare un’Europa in grado di mettere da parte le scorie dei dossier dolenti.
“La pandemia ha avuto un impatto sproporzionato su alcuni settori, con i servizi colpiti più duramente dell’industria e i servizi alberghiero e di ristorazione che ne hanno sofferto maggiormente”. Quella del commissario agli Affari economici dell’Unione europea, Paolo Gentiloni, è una lettura sintetica ma esaustiva. Il Next Generation Ue resta il viatico della ripartenza ma la situazione di difficoltà economica portata dalla pandemia impone una considerazione maggiore della stabilità dei Paesi membri.
Il Patto di stabilità verrà probabilmente posticipato al 2023 proprio allo scopo di sgravare i 27 dalle imposizioni finanziarie europee ma non è questa l’unica soluzione adottata da Bruxelles. A referto, l’Ue mette anche l’introduzione del debito comune. Una decisione che rappresenta un unicum e che, soprattutto, costituisce il segnale dello sforzo congiunto dell’Unione europea. La quale, almeno per il momento, rischia di rimanere indietro su alcuni fronti caldi. Non ultimo quello della campagna vaccinale. Messo da parte (solo per ora) il caso Astrazeneca, la Commissione europea ha fatto sapere di aver raggiunto un accordo con Pfizer-Biontech “per accelerare le consegne”.
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Vaccini e stanziamenti, l’Europa cerca la svolta anti-crisi: il piano per il dopo-Covid
Finora, la risposta dell’Europa alla pandemia era apparsa manchevole sotto alcuni aspetti. Anzi, i diversi dossier aperti prima dell’esplosione del Covid-19 (Brexit e Patto di stabilità su tutti) avevano fatto emergere qualche divisione di troppo all’interno del consesso europeo. L’insediamento della Commissione Von der Leyen aveva ripensato l’impostazione generale, soprattutto in merito alle politiche economiche, puntando su sostenibilità e investimenti per le nuove generazioni. Gli stessi dettami che, pensando alla fase di ripresa, ogni Stato membro cerca di rispettare.
Il tema della sostenibilità, in particolare, era stato particolarmente incoraggiato dalla presidente della Commissione europea, che ha puntato molto sulla cosiddetta svolta green. Una questione che sembra restare ancora in piedi nonostante l’ingente frenata ai settori produttivi. Anzi, le condizioni dei ripresa, Recovery Plan alla mano, sembrano passare proprio dall’ottimizzazione sostenibile degli impianti produttivi. Una strategia che, naturalmente, si affianca alle risorse finanziarie stanziate dalla Banca centrale europea. Uno stanziamento importante, considerando anche la necessità per le imprese di una tempistica di ripresa che per l’anno in corso non riuscirà a concretizzarsi.