Qualora non sia stato redatto un testamento dai genitori defunti, la divisione dell’eredità tra fratelli può essere molto complicata. Ecco alcuni criteri che possono aiutare a risolvere la situazione
La divisione dell’eredità è una delle cause di litigio più comuni tra fratelli. Questo avviene quando i genitori defunti non hanno fatto in tempo ad esprimere la loro volontà circa la successione dei loro beni.
Spesso scattano delle vere e proprie battaglie legali, dove ognuno cerca in qualche modo di far prevalere le proprie ragioni. Esistono però alcuni principi di giurisprudenza che potrebbero tornare molto utili per la risoluzione di queste controversie senza degenerare in faide familiari piuttosto tristi.
Il primo criterio da prendere in considerazione è quello dell’erede legittimario. Secondo l’articolo 565 del codice civile questa figura è riconducibile ad un legame stretto. Quindi, coniuge, genitori, figli e parenti collaterali. Già questo lascia presagire che alla prole dei defunti spetti una parte di eredità.
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Come viene divisa l’eredità tra fratelli in mancanza di un testamento
L’altro parametro da tenere in considerazione è che la quota spettante ad ogni figlio viene calcolata in base a ciò che i genitori gli hanno donato quando erano in vita. In linea generale comunque si procede ad una divisione in parti uguale, salvo appunto casi in cui ci siano stati dei lasciti pregressi, che vanno analizzati singolarmente e dettagliatamente.
Laddove sia defunto solo uno dei due coniugi all’altro va la casa coniugale, mentre il resto viene ripartito in base al numero dei figli. Il discorso cambia qualora ci fosse di mezzo una causa di divorzio. A quel punto i diritti del partner superstite verrebbero meno. Questi sono i principi basilari a cui ci si deve attenere in mancanza di testamento, ma naturalmente ogni caso ha una storia a sé.