Si tratta del secondo poliziotto morto nel giro di pochi giorni a Catania. Entrambi avevano ricevuto il vaccino Astrazeneca dello stesso lotto
Inizia ad affiorare ansia e preoccupazione in Sicilia per la morte dei due agenti di polizia a cui era stato somministrato il vaccino anti-covid Astrazeneca dello stesso lotto. Apparentemente godevano di ottima salute ed erano piuttosto giovani. Particolari che non fanno altro che aumentare le perplessità circa questa vicenda.
La prima vittima è stata Stefano Paternò 43enne di in servizio ad Augusta come sottoufficiale della Marina Militare. Il secondo è Davide Villa poliziotto dell’Anticrimine di Catania, fratello del celebre fotografo Fabrizio Villa.
La sua scomparsa è avvenuta esattamente 12 giorni dopo la prima dose di vaccino. Fin dal giorno dopo l’inoculazione aveva iniziato ad avere problemi e la situazione è peggiorata col passare del tempo. Gli è stata diagnosticata una trombosi venosa profonda degenerata in emorragia cerebrale.
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La trombosi può essere uno degli effetti indesiderati del vaccino. Naturalmente non dovrebbe arrivare al punto tale da portare al decesso. Dunque adesso è tempo di indagini. A Siracusa la Procura ha già iniziato ad indagare in seguito alla dipartita di Paternò. La moglie Caterina Arena ha infatti presentato un esposto per capire le cause della morte improvvisa.
L’ipotesi che possa esserci una correlazione con il vaccino è piuttosto in auge, ma bisogna fare una scrematura delle varie ipotesi. Di primo impatto si potrebbe pensare ad un lotto “difettoso”. Non sono però da escludere malattie pregresse latenti o reazioni allergiche.
In attesa delle indagini del caso, una prima risposta potrebbe arrivare dall’autopsia disposta sul corpo di Paternò. Mantenere un profilo cauto è quanto mai richiesto in una situazione del genere. Inseguire la verità è un atto più che lecito. Al tempo stesso però, prima di trarre delle conclusioni che potrebbero generare timori tra la popolazione, servono tutte le verifiche necessarie.