Forse in pochi conoscono questo strumento, ma il conto corrente condominiale è uno strumento pratico per quei condomini di piccole e medie dimensioni.
L’obbligatorietà di aprire un conto corrente condominiale è sancita dalla legge n. 220/2012, entrata in vigore a giugno del 2013. Attraverso questo strumento, il legislatore ha imposto all’amministratore di far passare tutte le somme condominiali, sia in entrata che in uscita, da un conto corrente condominiale. Qui vi transitano tutte le somme che riguardano il condominio, compreso il risarcimento danni richiesto dall’amministratore in nome e per conto del condominio o il pagamento delle pulizie dello stabile. Spetta all’amministratore la decisione di aprire un conto corrente online, postale o bancario. Con questo strumento l’amministratore si può mettere al riparo da eventuali contestazioni da parte dei condomini per quanto riguarda la gestione del denaro comune. Infatti, attraverso questo obbligo, il legislatore ha voluto garantire maggiore trasparenza e correttezza.
Nonostante ciò, i pagamenti in contanti sono sempre ammessi, a condizione che l’amministratore segua una determinata procedura, prevista dalla legge:
Tutto ciò perché il legislatore non è intenzionato a eliminare il contante, ma vuole obbligare l’amministratore a registrare tutte le operazioni, da lui effettuate, in entrata e in uscita, nella contabilità del conto corrente. Il conto corrente condominiale dà il diritto ai condomini di verificare la gestione del denaro del condominio, in modo da controllare l’operato dell’amministrazione. Infatti, ogni condomino ha il diritto di chiedere all’amministratore l’estratto conto delle spese, che deve essere consegnato in modo integrale senza oscuramenti.
Ultima, doverosa precisazione, che la legge nulla dice su quali condomini grava l’obbligo di apertura di un conto corrente. Di conseguenza è da ritenere che per i condomini fino ad otto condomini, per i quali la nomina dell’amministratore è facoltativa, non sono obbligati ad avere un conto corrente condominiale, proprio perché solo l’amministratore può aprire e gestire questo strumento.
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Come già affermato, il conto corrente deve essere aperto dall’amministratore condominiale, nominato dall’assemblea del condominio. In particolare, l’amministratore, in base a quanto disposto dalla legge, deve:
Come detto, a questo conto ha accesso diretto solo l’amministratore, mentre i condomini per visionare gli estratti conto devono farne esplicita richiesta all’amministratore stesso, non alla banca. In particolare, il condomino deve farne richiesta scritta all’amministratore, riportando tutti i dati personali, dello stabile in cui vive e l’elenco dei documenti che vuole visionare o averne copia. Meglio inviare la richiesta a mezzo raccomandata a/r, in modo da certificare larichiesta. A questo punto, l’amministratore chiederà alla banca tutta la documentazione e la consegnerà al condomino.
Un orientamento giurisprudenziale afferma che, nel caso di comportamento omissivo o inadempimento da parte dell’amministratore, il condomino può richiedere direttamente alla banca l’estratto conto. La banca però, prima di consegnare il documento, dovrà verificare che il soggetto viva realmente nel condominio.
Sembrerebbe quindi che il conto corrente condominiale sia uno strumento che garantisce maggiore trasparenza, semplicità e sicurezza nella gestione del denaro comune. Sicuramente i più avvantaggiati sono i condomini di piccole dimensioni, in quanto potranno godere di costi di gestione più bassi. In questo modo, anche le spese di mantenimento del condominio e le rate mensili possono rimanere contenuti.
Tra le banche che prevedono delle agevolazioni per chi apre un conto corrente condominiale, ne abbiamo selezionate tre: