Le limitazioni dell’attività giocano un ruolo importante nel calo delle vendite al dettaglio. Ma il trend non è lo stesso per ogni settore.
Un inizio anno particolarmente sfortunato per le vendite al dettaglio, diminuite esponenzialmente con l’arrivo del 2021. Certo, un dato indicativo su un trend che, per forza di cose, si è sviluppato già a partire dai mesi precedenti ma che, con l’anno nuovo, si è consolidato prendendo forma definitiva. La variazione è stata sostanziale a livello mensile: dal -2,4% di dicembre al -3,0% di gennaio. Il che significa una variazione annuale di -6,8%. Un confronto impietoso con il precedente -3,2%, fatto registrare appena 12 mesi prima.
I dati sono stati rilasciati dall’Istat e dipingono un quadro estremamente opaco. A influire, secondo l’Istituto di statistica, è stato naturalmente il periodo della pandemia e il chiarimento arriva subito: “Il 2021 si apre con il protrarsi dell’emergenza sanitaria e, conseguentemente, delle limitazioni alle attività degli esercizi commerciali stabilite a livello regionale e nazionale“. In sostanza, il nuovo trend non sarebbe figlio di una variazione nei canoni di acquisto ma di una fisiologica diminuzione dovuta a ciò che viviamo.
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Numeri particolarmente sconfortanti per il comparto non alimentare, che “continua a registrare un calo rilevante, mentre il settore alimentare si mantiene in crescita”. In questo caso, infatti, si parla di un segno “più”: +0,1% in valore e +0,3% in volume per i beni alimentari, contro un -5,8% in valore e un -7,2% in volume per quelli non alimentari. Praticamente gli antipodi. Certo, si ragiona su base tendenziale ma è anche vero che per recuperare terreno rispetto a un simile trend ci sarebbe bisogno quantomeno di condizioni normali.
Al momento, i dati delle vendite per il mese di gennaio mostrano tendenza leggermente diverse ma tutto sommato in calo in modo uniforme. Detto dei non alimentari (giù nell’ultimo anno del -15,5% in valore e -17,1% in volume), scendono anche le calzature e gli articoli da viaggio (-36,4%) e l’abbigliamento (-33,0%). In rialzo, invece, gli elettrodomestici (+11,7%) e l’informatica/telefonia (+9,9%). In generale, il settore elettronico sale del 38,4% rispetto a gennaio 2020. A conferma della caratteristica principe dei tempi moderni.