L’anno prossimo Google modificherà il proprio modo di tracciare i singoli utenti per le pubblicità, ma cambia davvero la privacy?
Google non svilupperà dal prossimo anno nuovi sistemi per tracciare le attività di ogni singolo utente online. Si smetterà quindi di usare i cookie, che vengono conservate all’interno dei browser per aiutare le imprese a conoscere i nostri gusti, così da mostrarci le pubblicità giuste. Questi, sono annunci che vengono gestiti da aziende di pubblicità online, che trattano la vendita degli annunci agli inserzionisti e di presentarli poi sui siti dei loro clienti, in cambio di una percentuale a ogni visualizzazione.
Nell’esempio di aziende come Facebook e Amazon, sono loro a gestire i sistemi per le pubblicità online, impiegando le informazioni in loro possesso per mostrare degli annunci personalizzati. Lo scambio di informazioni tra cookie, ha fatto sì che i dati siano sempre più diffusi e chi si occupa della tutela della privacy ha iniziato a chiedere più garanzie.
Google si è mossa in tal senso, annunciando che tra il 2021 ed il 2022 avrebbe lavorato ad una correzione del proprio browser Chrome per bloccare i cookie di terze parti, per impedire il forte tracciamento dei singoli. Sul proprio blog ufficiale, Google annuncia: “Mentre il nostro settore si impegnava a fornire pubblicità rilevanti per gli utenti sul Web ha causato una proliferazione di dati individuali condivisi da migliaia di aziende. Questa circostanza ha portato a una riduzione della fiducia”.
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Google cambia i modi di fare pubblicità: più privacy per tutti?
Google quindi sostituirà l’attuale sistema con una soluzione che dovrebbe funzionare con lo spostamento dei dispositivi delle diverse persone, attività di indentificazione dei gusti, facendo sfuggire informazioni sul loro conto a chi amministra le pubblicità. Ad oggi i cookie inviano informazioni persino sulla cronologia a chi si occupa di pubblicità, così da crearsi un profilo dettagliato dei gusti dell’utente. Chrome invece, nell’idea che si ha ora, manterrà le informazioni, ma non le spedirebbe ai gestori pubblicitari.
Google starebbe comunque lavorando ad un sistema che offrirebbe maggiori garanzie sull’anonimato, ma non ne annuncia ancora nel dettaglio le caratteristiche. Facebook e gli altri gestori di propaganda online sono al lavoro ed alla ricerca di altre soluzioni, ma le proposte sin ora arrivate non sono buone, giudicate infatti ancora molto indiscrete.
Ed infatti Google per ora preferisce lavorare senza dare tante spiegazioni, ma dando solo più speranze a chi si occupa di privacy. Poi abbiamo Firefox e Safari che bloccano già in qualche modo, i cookie di terze parti. Apple ad esempio, sta lavorando per bloccare il tracciamento anche all’interno delle applicazioni sugli iPhone. Questo proprio per dare agli utenti la speranza di un tracciamento meno spasmodico nei prossimi anni.