Mentre Bertolaso vede un’Italia interamente in zona rossa, la politica italiana muove ottimismo per i vaccini in pochi mesi
Il Governo italiano vede una sola strada per velocizzare la lotta al Covid. L’autoproduzione del vaccino, conferma arrivata direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico dove oggi si è tenuto un incontro per verificare la reale possibilità di iniziare un processo produttivo a livello nazionale.
Secondo una nota del MISE: “In vista del colloquio che si terrà domani tra il ministro e Thierry Breton – commissario Ue al mercato interno, ci sarebbe – la volontà di partecipare al progetto europeo per il rafforzamento. In particolare, è stata verificata la disponibilità di alcune aziende a produrre i bulk, ossia il principio attivo e gli altri componenti perché già dotate, o in grado di farlo a breve, dei necessari bioreattori e fermentatori”. Il periodo di tempo per l’iter, sarebbe di 4-6 mesi.
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Dal MISE, arriva notizia che ci sarebbero: “Le condizioni immediate per avviare la fase di infialamento e finitura. grazie all’eccellenza produttiva italiana molte aziende sono già pronte a partire”. Giorgetti, avrebbe: “dato mandato ai diversi rappresentanti presenti competenti di procedere all’individuazione di contoterzisti in grado di produrre vaccini entro autunno del 2021”. Il Governo vorrebbe realizzare un polo per ricercare farmaci e vaccini con investimenti pubblici e privati.
C’è anche la nota dolente: l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, vedrebbe: “Tutta Italia, tranne la Sardegna, si sta avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa. La Lombardia, per quello che ha passato nei mesi scorsi, è più vulnerabile rispetto ad altre regioni, ma non sono preoccupato per questa regione più che per altre”.
Intanto, il Governatore del Piemonte, Alberto Cirio, spiega la propria preoccupazione: “le cose stanno peggiorando. Come abbiamo iniziato a fare con le zone rosse e faremo ancora nei prossimi giorni, dobbiamo essere pronti a intervenire chirurgicamente laddove necessario. Siamo di fronte a dati che monitoriamo ormai da settimane, per cui il sistema sanitario si è predisposto. Oggi però bisogna anche saper assumere le decisioni di contenimento che si rendono necessarie”.