La Cina è l’unica che è riuscita a reagire alla crisi generata dal covid e nel 2020 al contrario di altri paesi ha prodotto tanta ricchezza e ha generato nuovi miliardari
La prima a cadere, ma anche la prima a rialzarsi. La Cina ad anno di distanza dallo scoppio della pandemia di coronavirus ha già risollevato la propria economia, dopo aver vissuto dei periodi di aspri lockdown. Anzi, paradossalmente è riuscita a “creare” nuovi miliardari.
Secondo la Hurun Global Rich List sono ben 259 i cinesi entrati nella prestigiosa “famiglia” di miliardari a livello mondiale nel 2020. Con questi nuovi ingressi sono oltre 1000 i miliardari attualmente presenti in Cina. Il leader indiscusso è Zhong Shanshan fondatore di Nongfu Sring, rinomata azienda di acqua e bevande in bottiglia.
Numeri che le consentono di staccare l’acerrimo nemico USA che ha fatto registrare solo 70 nuovi miliardari per un totale di poco meno di 700. Ma non è tutto. Il paese asiatico è l’unico che ha avuto un rialzo del PIL (2,3%). Altri grande potenze come Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia hanno invece avuto dei clamorosi ribassi.
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Cina: i miliardari aumentano, ma gli investimenti in bitcon diminuiscono
Una prosperità che però non si traduce in tutti i settori, basti pensare che in una regione della Cina è molto vicino il divieto l’estrazione dei bitcoin (su cui potrebbe investire ben presto Netflix).
Si tratta della Mongolia Interna, dove è stata ponderata questa soluzione al fine di ridurre il consumo energetico. Il processo di estrazione della criptovaluta richiede infatti circa 128,84 terawatt-ora, un quantitativo decisamente spropositato rispetto a quello di altri paesi.
Qualora il provvedimento dovesse trovare la conferma definitiva, sarebbe una notizia di non poco conto per questo mercato visto che la Regione autonoma della Mongolia Interna è all’8% dell’estrazione di Bitcoin a livello mondiale. Al tempo stesso però la Cina darebbe un duro colpo alle emissioni di anidride carbonica visto che l’obiettivo del Governo cinese è quello di ridurle drasticamente entro il 2030.