In arrivo il Saldo e stralcio 2021 e anche il possibile prolungamento della sospensione delle cartelle esattoriali: ecco di cosa si tratta.
Con il primo di marzo, arriva lo sganciamento del blocco delle cartelle esattoriali. Una bomba fiscale sospesa un anno fa dai primi provvedimenti anticrisi adottati per tamponare l’emergenza ma, con l’arrivo di marzo e l’assenza di una bozza del Quinto Ristori (attesa comunque entro settimana prossima come Decreto Sostegno) che fissi le nuove scadenze, tornata a far sentire tutto il proprio peso. Ma se la questione relativa alle 50 milioni di cartelle viaggia verso la proroga della sospensione, quando si ha a che fare con il saldo e stralcio è bene essere comunque preparati.
In attesa del prolungamento della tregua fiscale, che andrebbe (forse) a comprendere il saldo e stralcio delle cartelle maturate a partire dal 2015, è bene non lasciarsi cogliere alla sprovvista. Anche perché non c’è solo la questione dei crediti da esigere ma anche l’oggettiva difficoltà dei contribuenti a garantire il saldo. Ma se l’ipotesi della rottamazione è appunto solo un’ipotesi, meglio focalizzare l’attenzione sull’adesione dei contribuenti.
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Per quanto riguarda la definizione, per saldo e stralcio non si intende il cancellamento del debito fiscale, ma semplicemente una riduzione delle somme. E questo a seguito di comprovate difficoltà economiche del debitore. Una “definizione” che è stata attribuita dalla stessa Agenzia delle Entrate e che, di fatto, fuga i dubbi circa la natura stessa del provvedimento, che nulla ha a che vedere con la rottamazione in sé. Da un punto di vista legislativo, si ragiona sulla Legge 145/2018, che ha stabilito come le difficoltà suddette vadano bilanciate fra estratto delle cartelle esattoriali e la condizione reddituale, parametrata dall’Isee.
La procedura di Isee è già di per sé un buon bilanciamento. La verifica della situazione Isee e quella del debito fiscale pregresso andrà grosso modo a determinare l’entità del Saldo e stralcio. Il quale, con l’emergenza sanitaria, si è modificato ulteriormente, consentendo l’adesione a nuovi tributi (finora ne erano ammessi solo alcuni, come l’Iva e quelli Inps). Detto questo, resterà da visionare i carichi pregressi. Anche questo tramite l’Agenzia delle Entrate, attraverso il tasto “Controlla la tua situazione” sulla piattaforma web. Da lì, sarà possibile verificare il proprio stato dal 2000 a oggi.