Le mura come tela: bellezza, curiosità e guadagni nel mondo della Street art

Non solo messaggi profondi e colori stupefacenti: il mondo della Street art acquista sempre più interesse, anche da un punto di vista finanziario.

Street art
Foto di Arek Socha da Pixabay

Street art e contesti urbani: due aspetti che vanno di pari passo, come del resto suggerisce il nome. Utilizzare il grigio della città come tela per realizzare delle vere e proprie opere d’arte. Nei grandi centri urbani si assiste a delle realizzazioni incredibili, prodotte da artisti invisibili che, magari nel cuore della notte, utilizzano bombolette spray per cancellare in un colpo i residui dello smog dalle mura dei palazzi (e anche gli sfregi del vandalismo grafico) per far posto a colori e forme incredibili.

Alcuni murales sono diventati storici. E anche le loro firme hanno acquisito successo. Non c’è bisogno che il contenuto sia satirico o polemico verso la società, anche se gli street artist, perlopiù, utilizzano la loro arte come forma di comunicazione. A volte, anche un tema universale, come l’amore o lo sport, diventano materia per bombolette e colori. E in alcuni contesti, soprattutto di periferia, le immagini dell’arte di strada spezzano il grigiore dell’urbanizzazione dei quartieri bassi.

A Boulogne-sur-Mer, l’artista spagnolo Gonzalo Borondo ha realizzato un murale impressionante, che riproduce un’illusione ottica davvero sensazionale. Da lontano si vede una cancellata maestosa, di quelle appartenenti a grandi palazzi e residenze storiche. Ma niente di tutto questo in quel viale di Boulogne. Solo un’opera d’arte in spray, che riproduce una perfetta riproduzione affrescata di un cancello e dei suoi sostegni di pietra. Un capolavoro che, con una votazione online, ha ricevuto il Golden Street Art, il massimo riconoscimento nel campo.

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Le mura come tela: la Street art, fra arte e (possibili) guadagni

Boulogne murales
Foto © La Voix du Nord

E’ stato lo stesso autore a spiegare su Instagram la natura dell’opera, definita un’allusione all’autolimitazione che, negli esseri umani, è una “risorsa si traferisce su un piano interno, quello delle barriere mentali”. Uno dei tanti motivi profondi che animano un mondo che ha prodotto, accanto a Borondo, nomi diventati famosissimi, come Bansky, Geco o gli Herakut (autori nella periferia est di Roma di un famoso murales dedicato al tema dell’integrazione). Va da sé che un guadagno vero e proprio non esiste. Le opere non vengono né esposte (tranne rare eccezioni) né vendute.

C’è però un nome di riferimento: Steve Lazarides, magnate dell’arte che ha portato Banksy nel mercato artistico internazionale. Secondo lui, il ritorno sull’investimento nella Street art sarebbe sostanzioso: addirittura, ha raccontato, uno di quei lavori fu venduto a 149,99 sterline e, ora, varrebbe fra le 300 mila e le 400 mila. Lazarides ha raccontato alla Cnbc della sua galleria dedicata, la Lazarides Rathbone, e di un mercato che acquisterebbe sempre più forza. Basti pensare che “Ragazza con un palloncino, una delle opere più famose di Banksy, è stata messa all’asta per 73 mila sterline. E anche gli edifici che riportano queste opere acquistano di valore. In proporzione alla bellezza naturalmente.

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