Ancora novità per le pensioni, cosa succederà tra 10 mesi, ovvero al termine della Quota 100 del 2021? Capiamolo
Quota 100 è un’iniziativa che ci saluterà con il vecchio anno (quello in corso) e molto difficilmente avrà proroghe. Ma quindi, si domandano le persone, cosa accadrà. Oggi, è previsto il ritiro dal lavoro a 67 anni e un’anzianità contributiva minima di 20, senza calcolare poi i tipi di pensioni anticipate. Quota 100, permette la pensione a 62 anni di età con 38 di contributi ma questo sarà possibile solo fino al 31 dicembre 2021.
Addio anche alla possibilità Quota 102, pensata da Conte, con il nuovo governo. Che Mario Draghi proroghi Quota 100 è quasi impossibile, quindi c’è bisogno di sapere cosa accadrà. Ma la soluzione deve arrivare presto, perché a gennaio 2022, qualcuno dovrà pur andare in pensione. Si dovrebbe partire dai precedenti paletti, con un salto di 5 anni. Vale a dire, da 62 a 67 anni.
Si andrebbe verso soglie di pensionamento e coefficienti di trasformazione, con l’idea di solco “contributivo”, per non rendere più difficile il ritorno allo schema del 2011, in luogo di una riforma strutturale.
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Nel 2021 intanto è stata prorogata l’indennità ponte verso la pensione, per alcune categorie di lavoratori, grazie alle domande Ape Social. La misura, consente ai disoccupati con più di 30 anni di contributi previdenziali, e che non percepiscano più il sussidio di disoccupazione da almeno un trimestre, di avere l’indennità per la pensione a 63 anni.
Misura, pensata anche per chi sositene lavori gravosi con 36 anni di contributi, e chi assiste un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave o chi ha un’invalidità minima del 74%. L’indennità, sarà pari all’importo della rata mensile di pensione, nel momento in cui si richiede l’Ape. Lo stesso, non sarà poi soggetto a rivalutazione e non viene integrato al trattamento minimo. Prevede infine, 12 mensilità.
Per quanto riguarda il futuro delle pensioni, chiede chiarezza Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, che spiega: “Chiediamo al ministro del Lavoro di riattivare al più presto il tavolo aperto con il precedente Governo per affrontare i principali e più urgenti temi previdenziali – affermando – È necessario definire una flessibilità di accesso più diffusa alla pensione che prenda il posto di quota 100 in scadenza a fine anno. Occorre affrontare da subito il tema delle future pensioni dei giovani prevedendo interventi volti a coprire i buchi di contribuzione causati dalla precarietà dei rapporti di lavoro. Bisogna fare un intervento per le donne valorizzando maggiormente il lavoro di cura e la maternità ai fini della contribuzione previdenziale. – Conclude, Proietti – È, poi, importantissimo riaccendere i riflettori sulla previdenza complementare incentivando le iscrizioni ai fondi pensione che anche in questa fase di grande difficoltà dei mercati hanno dimostrato la solidità ed efficacia”.